Nessuno, quando si progettò di filmare le due serate al Teatro Brancaccio di Roma, avrebbe potuto pensare che in quel modo sarebbero state messe su nastro alcune delle ultimissime apparizioni in pubblico di Fabrizio De André. In un'era come quella odierna, in cui tra Youtube e dvd in uscita ogni due giorni, siamo costantemente bombardati da immagini, fa uno strano effetto considerare che di un artista di tale levatura, con gli anni divenuto una vera e propria icona, forse ai limiti della mitizzazione, circolino effettivamente ben pochi filmati e che anche la pubblicazione di materiale dal vivo sia sempre state ben centellinata nell'arco di quei quarant'anni di carriera. Alle registrazioni delle due date romane si arrivò quasi per caso, da una parte infatti c'era stata la richiesta della Rai di poter filmare la tournée, dall'altra la volontà dello stesso De André di poter finalmente mettere in circolazione materiale nuovo, visto che ormai il filmato del "famoso" concerto di Sarzana del 1981, la cui liberatoria Faber, per sua stessa ammissione, "firmò da ubriaco", era stato ormai fatto circolare in tutte le salse.

Il periodo in questione, ovvero quello immediatamente successivo alla pubblicazione di "Anime Salve", l'ultimo grande capolavoro, scritto a quattro mani con l'amico Ivano Fossati, si stava rivelando denso di soddisfazioni, con l'album, da più parti visto come quello più completo e maturo, che aveva riscosso l'unanime consenso di pubblico e critica. Gli anni in cui assistere ad un concerto di De André era un'impresa erano ormai passati e, dalla pubblicazione di "Le Nuvole" in avanti, tutti gli anni Novanta erano stati caratterizzati da costanti tournée nei teatri e nelle arene.

Questo "Fabrizio De André in Concerto", che naturalmente non va confuso con le registrazioni praticamente omonime dei concerti in compagnia della PFM di fine anni Settanta, pubblicato originariamente nel 1999 e poi in dvd nel 2004, mostra un artista ormai affermato, che dopo anni ed anni di ricerche e sperimentazioni, ha finalmente raggiunto la propria maturità artistica, riuscendo a mediare tra le sue mille influenze ed offrendo lavori di indubbio spessore sia dal punto di vista lirico che musicale. Accompagnato da un ensemble di musicisti di prima scelta, guidati da un Mark Harris in stato di grazia, De André riesce, in quasi tre ore di concerto, ad offire un sunto di tutta la sua opera, partendo dalle ballate degli anni Sessanta, quando la chanson la faceva da padrona, passando per le collaborazioni con De Gregori e Bubola del decennio seguente fino a quelle con Pagani e Fossati, con uno stile che si sarebbe impreziosito grazie all'avvicinarsi al folk rock e alla musica etnica, arrivando poi negli anni Novanta ad una miscela musicale tanta suggestiva quanto difficilmente "imprigionabile" in schemi e definizioni.

L'apertura, affidata a "Creuza de Ma", assomiglia quasi ad una dichiarazione di intenti: il testo in genovese a molti potrebbe risultare di ardua compresione, ma il fascino del risultato finale è tale che la barriera linguistica cade poco dopo, consegnando di fatto alla musica italiana una delle sue opere più coraggiose ed innovative di sempre. Il recente "Anime Salve" poi non si poteva non riproporre nella sua interezza. Scorrono quindi le varie "Princesa", "Dolcenera" e "A Cumba", fino alla conclusiva "Smisurata Preghiera", canzone che chiudeva il disco e, inconsapevolmente, la carriera stessa di De André, autentica summa di decenni di stimoli ed ispirazioni. Il secondo tempo è introdotto da un Cristiano De André in versione solista, prima di lasciare il meritato spazio alla lunga suite in cui vengono riproposti i passaggi principali de "La Buona Novella", il capolavoro che nel '70 contribuì in maniera definitiva all'affermarsi del cantautore genovese, opera tanto discussa e non capita da molti al tempo, quanto impressionantemente attuale oggi. Se uno dei picchi della seconda parte dello spettacolo non poteva che essere "Il Testamento di Tito", metafora sul potere e chi lo subisce, non da meno sono i brani successivi, autentica carrellata di classici degli anni Sessanta e Settanta. Gli arrangiamenti originali si alternano con quelli curati ai tempi dalla PFM, elemento che arricchisce ancora di più un concerto già di sè perfetto: gemme come "La Città Vecchia", risalente addirittura al '62, "Via del Campo" o "Amico Fragile", uno dei momenti più interessanti di un album spesso poco considerato come "Volume 8", non accusano il passare del tempo, così come non si può non apprezzare pezzi come "Il Pescatore", "Fiume Sand Creek" o "Volta la Carta", qui posto in chiusura.

Oltre all'autentica bellezza di un'opera del genere resta indubbiamente il rammarico nel sapere che da lì a meno di un anno sarebbe tutto irrimediabilmente finito, consci del fatto che un artista come Fabrizio De André avrebbe avuto ancora molto da dare e da dire, anzi, proprio in quel periodo si vociferava di un possibile album di rivisitazioni di autori brasiliani, progetto naturalmente mai portato a termine. Ormai abituati ai filmati di tre minuti registrati con i cellulari che tanto fanno la fortuna di Youtube, le tre ore di questo dvd potrebbero spaventare qualcuno ma vale davvero la pena di fare propria un'opera di tale spessore e potrebbe anche essere un bel modo per avvicinarsi alla produzione di tale artista per chi ancora non lo conoscesse, autentico compendio di quarant'anni di ricerche ed emozioni, costantemente "in direzione ostinata e contraria". 

 Primo Tempo:Creuza de Ma Jamin-a Sidun Princesa Khorakhanè Anime Salve Dolcenera Le Acciughe fanno il Pallone Disamistade A Cumba Ho visto Nina volare Smisurata Preghiera 
Secondo tempo:Nel Bene e nel Male (canzone di Cristiano De André)Invincibili (canzone di Cristiano De André)L'infanzia di Maria Il Ritorno di Giuseppe Il sogno di Maria Tre Madri Il Testamento di Tito La Città Vecchia Bocca di Rosa Amico FragileFiume Sand Creek Il Pescatore Via del Campo Geordie Volta la Carta 
Musicisti: 
Fabrizio De André, voce e chitarreCristiano De André, corde, archi e voceEllade Bandini, batteriaStefano Cerri, bassoMario Arcari, fiatiRosario Jermano, percussioniMark Harris, direzione musicale e tastiereMichele Ascolese, cordeGiorgio Cordini, corde
Coro:
Luvi De André, voceLaura De Luca, voce e flautoDanila Satragno, voce, fisarmonica e tastiere
Carico i commenti...  con calma