Il 27 gennaio 1967 Luigi Tenco si suicida. La notte stessa, il giovane Faber butta giù quei versi che andranno a comporre "Preghiera in gennaio", la prima canzone del disco: non ci poteva essere incipit più forte. La prima prova di De André alle prese son un LP, dopo aver reciso il contratto con la precedente casa discografica Karim, che aveva pubblicato i suoi primi singoli, comincia così, con una toccante preghiera a Dio: sicuramente nella sua misericordia avrà accolto più benevolmente un uomo come Tenco che altre migliaia di ridicoli santoni, a dispetto di tutta la Chiesa e i benpensanti borghesi, perché 'non c'è l'inferno nel mondo del buon Dio'.
Già nella prima canzone possiamo avvertire i semi di ciò che De André sarà negli anni successivi: un uomo violentemente anti-benpensante e religioso a modo suo, un uomo che sa trattare di argomenti scottanti per l'epoca, ma anche di amore ed altre frivolezze.
Sbaglierei a dire che i cinque pallini siano giustificati solo con la prima emozionante traccia, perché nel disco ci sono anche pezzi universalmente noti anche da chi non ama il grande cantautore: "Via del campo" e "Bocca di rosa". Visto che sono conosciuti da (quasi) tutti, mi soffermerei maggiormente sulle altre tracce. Sempre nell'arco della sua carriera Faber si dedicò alle traduzioni di suoi illustri colleghi, e anche in questo album ve ne sono due che provengono dal canzoniere di Brassens, primo grande amore del genovese, e sono "Marcia nuziale" e "La morte": la prima, da una melodia semplice e orecchiabile, racconta il matromonio fra due fidanzati anziani dal punto di vista del loro figlio; la seconda, dall'incedere marziale e fiabesco, grazie al tamburo e al flauto a inizio e fine canzone, è un'incursione in una tematica che De André non abbandonerà mai: la morte. La storia è antica e risaputa: la morte colpisce tutti senza distinzione di ricchezza, fama e gloria.
Incastonate fra queste tracce vi sono anche due canzoni d'amore, "Barbara" e "La stagione del tuo amore" (quest'ultima sostituì "Caro amore" che utilizzava la melodia del Concerto di Aranjuez di Joaquìn Rodrigo, e per questo il compositore si adirò alquanto), anch'esse cantate con la solita voce calda e baritonale, che ha il potere di rassicurarti e contemporaneamente metterti a disagio, con quel modo di cantare tranquillo in antitesi alle forti parole pronunciate.
C'è un ulteriore tema che De André amplierà successivamente: la religione. "Spiritual" è un singolare canto gospel con tanto di organo e coro che fa da contrappunto al cantato veloce di De André, in cui dice che Dio deve venire a cercare lui, e non il contrario. Ma alla posizione numero quattro c'è un altro lavoro magistrale: "Si chiamava Gesù", aperta da potenti accordi di chitarra acustica (la maggior parte delle canzoni dell'album sono registrate con voce e chitarra, con minima aggiunta di altri strumenti), seguiti dalla voce piena di pathos che racconta di Gesù da un punto di vista assolutamente umano: prima di essere un grande santo Gesù era un grande uomo, e come tale bisogna considerarlo. E' curioso che la Rai (come sempre) censurò la canzone, e la prima emittente a trasmetterla fu incredibilmente Radio Vaticano, ma a quanto pare alla Santa Sede erano più svegli di mente...
L'ultima canzone suscitò non poche polemiche all'epoca: "Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers" narra di questo celebre re che soddisfa la sua sete sessuale con una povera ragazza del popolo, e lei se ne approfitta chiedendogli compenso, ma lui fugge senza pagarla. Le "epiche" gesta vengono celebrate con tanto di tromba, trombone, voce aulica e paroloni arcaici, quasi a sottolineare la grottesca situazione. Fu intentato un processo a Faber per pornografia, ma alla fine fu assolto.
Concludo questa misera recensione sottolineando che tutti i semi che svilupperanno in futuro la poetica di De André si trovano qui, e che nonostante l'acerbità musicale dei brani e la minima partecipazione strumentale, con la sua voce Faber sostituisce tranquillamente gli strumenti, creando canti pieni di suspense, emozione, e, se vogliamo, anche imbarazzo, perchè le sue parole ti colpiscono direttamente all'interno, al tuo cuore. Ahimè! Questi miei futili elogi non saranno mai abbastanza per celebrare ciò che è irrimediabilmente perso!
Elenco tracce testi samples e video
01 Preghiera in gennaio (03:28)
Lascia che sia fiorito
Signore, il suo sentiero
quando a te la sua anima
e al mondo la sua pelle
dovrà riconsegnare
quando verrà al tuo cielo
là dove in pieno giorno
risplendono le stelle.
Quando attraverserà
l'ultimo vecchio ponte
ai suicidi dirà
baciandoli alla fronte
venite in Paradiso
là dove vado anch'io
perché non c'è l'inferno
nel mondo del buon Dio.
Fate che giunga a Voi
con le sue ossa stanche
seguito da migliaia
di quelle facce bianche
fate che a voi ritorni
fra i morti per oltraggio
che al cielo ed alla terra
mostrarono il coraggio.
Signori benpensanti
spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi
Dio, fra le sue braccia
soffocherà il singhiozzo
di quelle labbra smorte
che all'odio e all'ignoranza
preferirono la morte.
Dio di misericordia
il tuo bel Paradiso
lo hai fatto soprattutto
per chi non ha sorriso
per quelli che han vissuto
con la coscienza pura
l'inferno esiste solo
per chi ne ha paura.
Meglio di lui nessuno
mai ti potrà indicare
gli errori di noi tutti
che puoi e vuoi salvare.
Ascolta la sua voce
che ormai canta nel vento
Dio di misericordia
vedrai, sarai contento.
Dio di misericordia
vedrai, sarai contento.
03 Spiritual (02:34)
Dio del cielo se mi vorrai
In mezzo agli altri uomini mi cercherai
Dio del cielo se mi cercherai
Nei campi di granturco mi troverai.
Dio del cielo se mi vorrai amare
Scendi dalle stelle, vienimi a cercare
Oh, Dio del cielo se mi vorrai amare
Scendi dalle stelle, vienimi a cercare.
Le chiavi del cielo non ti voglio rubare
Ma un attimo di gioia me lo puoi regalare
Le chiavi del cielo non ti voglio rubare
Ma un attimo di gioia me lo puoi regalare.
Oh, Dio del cielo se mi vorrai amare
scendi dalle stelle, vienimi a cercare
Oh, Dio del cielo se mi vorrai amare
Scendi dalle stelle, vienimi a cercare.
Senza di te non so più dove andare
Come una mosca cieca che non sa più volare
Senza di te non so più dove andare
Come una mosca cieca che non sa più volare.
Oh, Dio del cielo se mi vorrai amare
scendi dalle stelle, vienimi a salvare
Oh, Dio del cielo se mi vorrai amare
Scendi dalle stelle, vienimi a salvare.
E se ci hai regalato il pianto ed il riso
Noi qui sulla terra non lo abbiamo diviso
E se ci hai regalato il pianto ed il riso
Noi qui sulla terra non lo abbiamo diviso.
Oh, Dio del cielo se mi vorrai amare
scendi dalle stelle, vienimi a cercare
Oh, Dio del cielo se mi vorrai amare
Scendi dalle stelle, vienimi a salvare.
Dio del cielo se mi vorrai
In mezzo agli altri uomini mi cercherai
Dio del cielo se mi cercherai
Nei campi di granturco mi troverai.
Dio del cielo io ti aspetterò
Nei campi di granturco io ti cercherò.
Dio del cielo, Dio del cielo, Dio del cielo'
06 Via del Campo (02:31)
Via del Campo, c'è una graziosa
gli occhi grandi color di foglia
tutta notte sta sulla soglia
vende a tutti la stessa rosa.
Via del Campo, c'è una bambina
con le labbra color rugiada
gli occhi grigi come la strada
nascon fiori dove cammina.
Via del Campo, c'è una puttana
gli occhi grandi color di foglia
se di amarla ti vien la voglia
basta prenderla per la mano
e ti sembra di andar lontano
lei ti guarda con un sorriso
non credevi che il paradiso
fosse solo là al primo piano.
Via del Campo ci va un illuso
a pregarla di maritare
a vederla salir le scale
fino a quando il balcone è chiuso.
Ama e ridi se amor risponde
pingi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior...
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior...
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