Vorrei innanzitutto scoraggiare la categoria di utenti che inseriranno voti e commenti gratuiti (positivi e negativi) senza prima ascoltare l'oggetto in questione, dicendo loro: vi devono cadere le manine!
Bene questo ragazzino di cui vi parlerò adesso inizia a stupirmi sempre di più per la sua strana personalità. Lascia trasparire un'innegabile carisma attraverso quello sguardo pacato e intelligente, sapiente e battagliero, ma ciò che mi ha stupito davvero è: "Ognuno ha quel che si merita", l'album che uscì l'anno precedente al famigeratissimo "pensa". Questo lavoro è davvero una grande perla bianca, ricca di tante perline piccoline completamente sconosciute in campo sia internazionale, che nazionale, che regionale, che comunale. Diventa quindi mio obiettivo centrale quello di farlo conoscere a più gente possibile con il buon auspicio di portare allegria e serenità anche nelle anime altrui.
Il nostro Fabrizio intanto è padrone di una vocalità incredibilmente caratteristica e di notevole estensione "urlereccia" secondo poi decide di imperniare codesto album sull'ironia, sul rock e sul sociale.
Si aprono le danze con la ballata "Eppure pretendevi di essere chiamata amore" che al di là del titolo nasconde un'entità molto più aggressiva di quanto si possa pensare. Si inizia a scherzare con "Banale spiegazione" dove impazzano le chitarre in un finale esageratamente strappa budella. Non manca la riflessione nel pezzo che da il nome all'album "Ognuno ha quel che si merita" e che marchia per sempre a fuoco Fabrizio come notevole compositore di testi.
Purtroppo non c'è brano di questo lavoro che non meriti due paroline, e infatti le spendo anche per "Ci vuole un buiseness" dove il nostro Moro si dedica alla protesta vera e propria incazzandosi con una società troppo influenzata dal consumismo dei media e dalle illusioni di un mondo finto e moscio, ma detta a modo suo è tutta un'altra storia.
E poi ci sono loro le due canzoni più cazzare e particolari del secolo: "Lisa" e "Non essere arrabbiata" non capisco proprio come si possa avere una mente tanto contorta da poter fabbricare un risultato simile... davvero assurde non manca davvero niente in questa raccolta di perle, nemmeno un brano dedicato a qualche altro artista, ed ecco allora che arriva "Everybody" per Rino Gaetano, a cui il nostro si ispira, discostandosene immediatamente con stile e personalità.
Le ultime due tracce sono riservate ancora instancabilmente al cazzeggio su l'innamoramento della propria donna con "L'indiano" e a un finale sorprendente in "Come".
Fabrizio moro continua a stupirmi, incantarmi e a farmi divertire, ho la piena convinzione di essere uno dei pochi a godere del privilegio di poterlo apprezzare in quanto ho smarrito i paraocchi già qualche tempo fa...
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Altre recensioni
Di Pescegatto
Mai giudicare un disco dalla copertina! Anche perché quella di questo disco è davvero aberrante.
Fabrizio Moro era emergente, incazzato ed in cerca di un successo che oggi ha raggiunto, mantenendo però un proprio stile e identità.