Tra i gruppi Industrial Metal è quasi impossibile cercare di individuare un filone comune, poiché, all’interno del genere, ci sono gruppi tendenti verso sonorità elettroniche e altri tendenti verso sonorità più dure, tipiche dell’Heavy Metal.

Sicuramente i Fear Factory sono i maggiori esponenti di quest’ultima, e questo 'Demanufacture' è senz’altro il loro album migliore. L’inizio è scioccante: “Demanufacture” comincia con una breve intro che ci introduce bruscamente ad una melodia potente quanto grezza, a cui sopraggiunge dopo un po’ la voce di Burton Bell, che, all’inizio sembra quasi robotica, ma poi esplode in un growl duro, devastante, che non lascia un attimo di respiro. La canzone prosegue sugli stessi ritmi, e la successiva “Self Bias Resistor” ne eredita il micidiale tiro: questa volta niente intro, riff ancora più energico, se possibile, ed un ritornello relativamente melodico. “Zero Signal” sembra quasi rassicurarci, con quel ritornello quasi orecchiabile e la melodica voce di Bell, ma “Replica”, manco a farlo apposta, un ritorno alle sonorità massicce delle prime due tracce.

Dopo l’irruenta “New Breed” si passa a “Dog Day Sunrise”, che si discosta molto dalle canzoni precedenti, con un riff scorrevole e un ritmo sostenibile. D’ora in poi le canzoni si fanno più riflessive, con un’intro cadenzata e una velocità meno sostenuta. “Body Hammer” è un pezzo violento, ma non brutale, e presenta il primo, e unico, ritornello “catchy” dell’intero album. “Flashpoint” parte lenta ma esplode con veemenza nel finale, ricordandoci che innanzitutto i Fear Factory sono una band Heavy Metal. L’intro di “Hunter Killer” è davvero lunga, ma l’attesa viene premiata con una traccia bella, veloce, robusta, con un ritornello granitico. La penultima traccia è abbastanza tranquilla, mentre in “A Therapy For A Pain” i FF cercano di strafare, riproponendo sonorità (soprattutto nel finale) molto NineInchNailsiane (epoca “The Downward Spiral”).

Questo disco è tra i migliori del genere, e rappresenta il massimo punto di ispirazione della band (solo “Archetype” si avvicina a questi livelli), nonché album di collegamento tra Heavy e Industrial Metal.

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