I Fire! sono oramai una realtà consolidata nel mondo della musica avant-jazz e del fusion. Il terzetto composto da Mats Gustafsson (classe 1964), uno dei musicisti più vari e interessanti in circolazione, e da Johan Berthling al basso elettrico e al contrabbasso e dal batterista e percussionista Andreas Werliin ha pubblicato lo scorso gennaio il sesto album per l'etichetta norvegese Rune Grammofon. Il disco si intitola "The Hands" ed è stato presentato dalla Rune Grammofon come un disco che sfugge a qualsiasi catalogazione di genere.

Da questo punto di vista si batte forte su un punto di vista che mi sento di condividere: il free-jazz dei Fire! non è una musica difficile. Questo non tanto per la struttura dei brani in sé (che comunque è abbastanza lineare) quanto per il fatto che non considererei le canzoni di questo album come qualche cosa che non abbia un impatto e un effetto immediato sull'ascoltatore data la potenza del suono del terzetto e le suggestioni acide e allo stesso tempo ipnotiche suscitate dalla combinazione e il grande affiatamento della potenza della sezione ritmica con il sound indistinguibile del sassofono di Gustafsson. È sicuramente curioso, ma probabilmente condisivibile anche l'accostamento - apparentemente azzardato - ai Cream oppure The Jimi Hendrix Experience.

Va detto d'altro canto che i Fire! non sono solo Mats Gustafsson, perché la sezione ritmica composta da Berthling e Werliin è francamente spettacolare e in determinate occasioni occupa un ruolo decisamente centrale ("Washing Your Hands In Filth") o comunque con dei pattern ripetuti determina le strutture del brano dandole queste un taglio decisamente rock e poco convenzionale ("The Hands, "When Her Lips Collapsed") oppure la produzione di onde sonore vibrate in "Touches Me with the Tips of Wonder". "The Hands" nel suo complesso è un disco il cui suono, lontano da qualsiasi definizione standard del suono jazz, può essere avvicinato a musicisti d'avanguardia a partire da Colin Stetson e il suo progetto Ex Eye e le diverse esperienze maturate nel corso degli anni da Jim O'Rourke (che del resto in passato ha collaborato in maniera attiva con il terzetto). Senza considerare gli Zu. Anche se il suono dei Fire! è meno pesante e ossessivo e allo stesso tempo più fluido, sfuggente e probabilmente molto più acido. Probabilmente anche disarmante per la apparente facilità nell'esecuzione da parte di un trio affiatato come pochi altri in circolazione e che qui forse si disimpegna in un'opera forse meno astratta rispetto a quelle solite, ma comunque (chi lo sa, forse proprio per questo) incredibilmente convincente.

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