Nel gennaio del 1973, la band olandese Focus registrò uno spettacolo live al Paris Theatre di Londra per la BBC, presentato da Bob Harris. La radio inglese immortala il gruppo in uno straordinario momento di forma, preceduto dalle fortunate pubblicazioni di "Moving Waves" e "Focus III". 

Il gruppo non manca di portare oltremanica il suo proverbiale humor e la verve che li caratterizza, oltre a un eccezionale bagaglio tecnico che unisce l'hard rock di Jan Akkerman con la formazione classica e jazz di Thijs Van Leer, senza tralasciare elementi della musica popolare, altra grande fonte d'ispirazione per i gruppi progressive degli anni '70. Quello che viene proposto al pubblico britannico è un concerto assolutamente strumentale, eccetto i vocalizzi jodel di "Hocus Pocus", in "Answers? Questions! Questions? Answer!" e della opener-track "Anonymous II": la serata si apre, infatti, con questa mastodontica suite, che riprende, ri-elabora ed estende "Anonymous", apparsa già sul primo album. Vent'uno minuti di jam musicale, nella quale non manca nulla: veloce riff di organo iniziale dai suoni neo-classici, assolo di flauto di Thijs Van Leer in Ian Anderson style e per correttezza musicale vorrei che quando si parla di flauto nella musica rock non ci si ricordi soltanto del frontman dei Jethro Tull, ma anche del organista-cantante olandese, che suona il flauto traverso con un'energia (e maestria) unica. Neanche il tempo di riporlo che Van Leer parte con unassolo di pianoforte elettrico, mutando il contesto dal rock al jazz in men che non si dica. Tanto bravi che non si nota il momento del cambio di stile, il tutto corredato dalla chitarra graffiante di Akkerman, il quale sforna potenti riff come se nulla fosse, per poi mettersi da parte, insieme al resto del gruppo, per lasciare il palco a Burt Reiter e al suo basso elettrico. Siamo alla prima canzone ed il gruppo è lanciatissimo: tocca prima a Jan Akkerman e poi a Pierre Van Der Linden alla batteria deliziare il pubblico e concludere il brano sotto gli applausi scroscianti del pubblico.

Bob Harris introduce i membri del gruppo, quindi si passa a ritmi più compassati con "Focus I" e "Focus III", si lascia un momento da parte il rock duro e aggressivo per trascinare gli ascoltatori sulle ali di melodie dolci e sognanti. Prevale nettamente, in queste canzoni, la componente jazz del gruppo, che sfoggia la propria bravura. Una vera lezione di Musica. "Focus III" si collega grazie al giro di basso di Burt Reiter a una canzone dal titolo ironico: "Answers? Questions! Questions? Answer!". Mini-suite da dodici minuti, dove si risente di nuovo la voce di Thijs Van Leer, che lancia acuti inauditi. Anche in questo caso cambi di ritmo e passaggi rock-jazz sono obbligatori, per poi ritornare nuovamente alla melodia delle due precedenti canzoni con "Focus II", che termina il sogno iniziato quasi venti minuti prima.

Un ultimo contributo da parte del presentatore e poi via con l'ultima canzone, probabilmente la più famosa dei Focus, quella che è stata utilizzata di recente anche come canzone del spot Nike in occasione dei Mondiali di calcio: "Hocus Pocus". La canzone fu composta nel castello di Groeneveld a Baarn, in Olanda. Questo era un luogo di ritrovo di molti artisti, soprattutto cinematografici e scrittori. Jan Akkerman ideò il riff iniziale, molto hard rock che ripete per quattro volte sostenuto dall'incessante batterie di Van Der Linden, che si lascia ad un assolo di due misure, poi, il colpo di classe: Thijs Van Leer crea un vocalizzo in stile jodel che culmina in un urlo lancinante. Questa base è l'ideale per creare su di essa variazioni e gags di diverso tipo, come l'utilizzo del flauto al posto dello jodel o del fischio di Van Leer, che non manca di introdurre personalmente il gruppo, per i giusti, dovuti e meritatissimi applausi.

Incredibilmente geniali, all'inizio degli anni '70 i Focus si impongono come reali Maestri del progressive rock sulla scena mondiale.

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