C'era una volta un prezioso artista che cantava di immagini e di luoghi della mente, c'era una volta un impagabile affabulatore, c'era una volta un cantastorie.

C'era una volta un Ungaretti tradito che parlava di generali sconfitti, c'era una volta una storia che parlava di guerra, c'erano una volta figli di madri senza più figli.

C'era una volta un sogno metropolitano, c'era una volta lo sguardo fiabesco di un cantautore, c'erano una volta storie di zingari, di amanti perduti, di Natali lontani.

C'era una volta un triste spaccato sull'esistente, c'erano un tempo campane dal suono lugubre, c'erano un tempo carceri ricolme, c'erano un tempo esecuzioni sommarie, c'era una volta il dolore.

C'era una volta uno che prima di fare il '68 aveva fatto il '56, era il Natale in cui si incollavano le fotografie dei carri armati su pezzi di cartone, c'era una volta il gusto del ricordo, c'era una volta.

C'era una volta De Gregori, adesso non c'è più.

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