"Il Vuoto" è un'esperienza affascinante dal primo ascolto: altri hanno detto che solo in seguito a diversi ascolti diventa più accessibile, io invece trovo che il primo impatto sia di per sé sconvolgente. Forse l'unico "svantaggio" del primo ascolto è non riuscire a cogliere quelle semplici emozioni che il disco vuole donarti, nonostante siano esplicitate all'inverosimile.

Come in molti hanno detto prima di me, infatti, questo disco è di una semplicità disarmante: i testi (come sempre unici), le melodie e tutto quanto sono "tecnicamente" davvero semplici.. Ma visto che "niente è come sembra", agli ascolti successivi (che credetemi, si susseguiranno senza sosta per qualche giorno) acquisterete una consapevolezza de "Il Vuoto" che vi lascerà a bocca aperta. Battiato ha sempre saputo stupirci, è cristallino che sia uno dei (se non IL) migliori artisti italiani, ma io ve lo giuro: NESSUN album di Franco era riuscito finora a lasciarmi un'impronta così incisiva nel cuore.

Tantissimi lavori di Battiato sono passati attraverso il mio orecchio (abbastanza raffinato, diciamolo modestamente): dischi meravigliosi a partire dai primi "Pollution" e "Sulle Corde Di Aries", poi i successoni di "La Voce Del Padrone" e "L'Arca Di Noè", per avvicinarsi alla modernità con "L'Imboscata" e "Gommalacca". Questo 2007 mi lascia però con un "vuoto riempito" nella discografia, pur restando un vuoto. Credetemi, 33 minuti sono pochi, ma perfetti: chiunque altro facesse un disco così breve sarebbe sintetico e insoddisfacente. Il dono di Franco è quello di occupare un breve tempo, e lasciartene il ricordo per ore intere.

Non sono qui a usare termini che rendano più aulica la recensione (non ne vedo il motivo), ma posso tranquillamente affermare che al solo ripensarci, e nel rimettere il disco sul lettore, mi sorge un'emozione su per la gola, e ricade in un sospiro. E' indescrivibile, e magnifico.

Arrivati in fondo a questo lavoro, già sentito qualche volta, capiamo realmente che cosa sia questo vuoto: un vuoto di emozioni, un vuoto di senso e un "vuoto di presenze". Attraverso l'immagine inesistente del nulla, Battiato ripercorre tutti i temi a lui cari, rendendoli più accessibili alle masse, ma mantenendosi su un livello superiore, che non a tutti piace.

Vi prego di non giudicare esagerato il mio conferimento a capolavoro. Perché nel vuoto ci sta di certo una parola così importante (mentre in altri luoghi non dovrebbe, ma è forzata a entrarci). Se non siete proprio convinti, vi prego sinceramente di ascoltarlo di nuovo. Non voglio fare una propaganda fanatica, è solo un consiglio. E i consigli si possono accettare come si possono snobbare. Ma se potete, provate.

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