Vacanze di Natale 2001. Dopo il successo di "Ferro Battuto" Franco Battiato torna sul mercato con una raccolta antologica intitolata "Introspettiva". Franco ci regala grandi emozioni in questo cd sì antologico ma dove vengono evitati gli schemi scontati del "Best" e dove invece si preferisce una scaletta a tema. Il tema è appunto quello dell'instrospezione psicologica del Protagonista. Venti anni di carriera "pop", da "L'era del cinghiale bianco" del 1979 fino a "Fleurs" del 1999, dove vengono riproposte 18 perle della sua preziosa discografia.
Si comincia con "Il Re del Mondo", forse il suo capolavoro assoluto, che cita il testo del celebre esoterista René Guénon. L'aspetto più bello di questa raccolta è che ogni canzone rappresenta anche l'introspezione psicologica dell'ascoltatore, che ricontestualizza nella propria esistenza questi splendidi brani. Per esempio nel brano di apertura il nostro "Re del Mondo" potrebbe essere il mondo mediatico, l'oppressione che subiamo ogni giorno dai telegiornali dopo aver magari una bella giornata fuori, scorgendo appunto "le biciclette verso casa". Stesso discorso vale con "Le aquile", magari chi va in palestra ci si immedesima completamente in questa canzone, dove nel normale quotidiano si respira una tensione verso il Trascendente. "Segnali di vita" è un capolavoro di grandissimo livello, una riflessione sul tempo e sullo spazio, con un leggero respiro di Quasimodo, infatti "segnali di vita nei cortili e nelle case all'imbrunire" fa pensare a "Ed è subito sera" del Premio Nobel italiano. Viaggi cosmici e viaggi nel mondo, e così "Radio Varsavia" è uno stupendo affresco delle società dell'est Europa, sembra quasi di viverle in diretta le scene descritte. Si passa poi a "Mal D'Africa": come non riconoscersi nell'"odore di brillantina", e in certi pranzi che noi tutti abbiamo tenuto da piccoli con genitori e parenti? Si raggiunge così una vetta della produzione di Battiato con "L'animale" del 1985, anche qui ci si può riconoscere in una tendenza amorosa verso la donna. Le canzoni così diventano colonna sonora e cornice della propria vita. "Secondo imbrunire", è tutto perfetto, soprattutto in certi paesaggi del sud Italia, dove "i muri bassi di pietra lavica arrivano al mare", e nel meraviglioso passaggio della "vecchia caserma dei carabinieri". Dalle mie parti c'è una caserma abbandonata, e ogni volta che passavo per essa cantavo questa canzone, sembrava che Franco stesse cantando la mia vita! Incredibile! Nella successiva "Giubbe Rosse" il potere di immedesimazione continua, nel tentativo di non ammazzare le lucertole o altri animali per strada. Il resto della canzone poi, per chi abita dalle parti del Vesuvio, è veramente una narrazione riuscitissima "E il fuoco incandescente del Vulcano" e inoltre "Ritornare al Sud": quante persone sono emigrate al Nord e poi ritornate al Sud?! Viene davvero da piangere ascoltando questa canzone. Con "Povera Patria" dopo la prima canzone ci si concede uno sprazzo "politico" un "ritorno nel mondo": anche questa canzone è associata a ciò che si vede in tv una volta tornati a casa ogni giorno, dopo giornate di vita vissuta e di contatto con gli altri e con la natura. È il momento di dormire. Ma "la notte, nel sonno, quando non sono cosciente" c'è bisogno del Protettore. Molte persone prima di addormentarsi sembra perdano il contatto con il proprio essere, domandandosi il vero senso dell'esistenza. "Lode all'inviolato" è un'altra perla che ricorda "No u turn", i conflitti di personalità della gioventù, e i tanti "personaggi inutili indossati" che ognuno di noi ha indossato, in maniera più o meno dichiarata. "Haiku" per chi ha un albero dove andare a meditare è pura autobiografia. "Breve invito a rinviare il suicidio" è geniale, il tema del suicidio viene affrontato in maniera stoica, ma "questa parvenza di vita ha reso antiquato il suicidio". Purtroppo molte persone non sono state così lucide... "La Cura", 1996, si ritorna alle pulsioni amorose de "L'animale", in una canzone di cui si è già detto tantissimo e rappresenta una belle più belle canzoni d'amore del secolo. Con "Casta Diva" Battiato si appropria della vita di un'altra persona, Maria Callas, per parlare forse della propria, per vedere se stesso nell'Altro, "Divinità dalla suprema voce, la tua temporalità mi è entrata nelle ossa". "Vite parallele", riprendendo Plutarco, parla della vita di ognuno di noi, "ciascuna con un centro, con un'avventura, e qualcuno che mi scalda il cuore". Parla questa canzone forse anche del nostro essere "Uno, nessuno e centomila". Chiude questa splendida compilation "Ed io tra di voi", cover del celeberrimo brano di Charles Aznavour, dove Battiato dopo essersi appropriato della vita di Maria Callas si appropria di un testo e brano altrui, ripercorrendo forse una sua vicenda giovanile di sentimenti non corrisposti.
Fine del viaggio, un viaggio lungo oltre settanta minuti, nel quale ogni ascoltatore può rivedere Se Stesso.
È questa la chiave che intendo dare a questa opera che, seppur antologica, organizzata così rappresenta una vera e propria opera "nuova".
Consigliata, insieme alla raccolta "La Cura" del 2000, a tutti coloro che voglio avvicinarsi al Maestro siciliano, autentico orgoglio della nostra musica e della nostra cultura.
Elenco tracce testi e samples
04 Radio Varsavia (04:05)
E i volontari laici
scendevano in pigiama per le scale
per aiutare i prigionieri
facevano le bende con lenzuola.
E i cittadini attoniti
fingevano di non capire niente
per aiutare i disertori
e chi scappava in occidente.
Radio Varsavia
l'ultimo appello è da dimenticare
E i commercianti punici
prendevano sentieri di montagna
per evitare i doganieri
ed arrivare in Abissinia.
La Cina era lontana
l'orgoglio di fantastiche operaie
che lavoravano la seta
le biciclette di Shangai.
Radio Varsavia
l'ultimo appello è da dimenticare.
05 Mal d'Africa (03:43)
Dopo pranzo si andava a riposare
cullati dalle zanzariere e dai rumori di cucina;
dalle finestre un po' socchiuse spiragli contro il soffitto,
e qualche cosa di astratto si impossessava di me.
Sentivo parlare piano per non disturbare,
ed era come un mal d'Africa, mal d'Africa.
Saturday night I'm a dreamer,
I can't live without you
on my own, lies a photograph,
please come back and stand by me.
Con le sedie seduti per la strada,
pantaloncini e canottiere, col caldo che faceva.
Da una finestra di ringhiera mio padre si pettinava;
I'odore di brillantina si impossessava di me.
Piacere di stare insieme solo per criticare
ed era come un mal d'Africa, mal d'Africa.
08 Giubbe rosse (04:16)
Abito in una casa di collina
E user� la macchina tre volte al mese
Con 2000 lire di benzina
Scendo gi� in paese.
Quante lucertole attraversano la strada
Vanno veloci ed io pi� piano ad evitarle.
Quanti giardini di aranci e limoni
Balconi traboccanti di gerani
Per Pasqua oppure quando ci si sposa
Usiamo per lavarci
Petali di rose
E le lucertole attraversano la strada
Com'� diverso e uguale
Il loro mondo dal mio.
Vivere pi� a sud
Per trovare la mia stella
E i cieli e i mari
Prima dov'ero.
Passare dal mercato del pesce
Prendere i collari in farmacia per i cani
E ritirare i vetri cattedrale del gazebo.
Il fuoco incandescente del vulcano
Allontan' il potere delle Giubbe Rosse
E come sembra tutto disumano
E certi capi allora e oggi
E certe masse
Quanti fantasmi ci attraversano la strada.
Ritornare a sud
Per seguire il mio destino
La prossima tappa
Del mio cammino in me
Per trovare la mia stella
E i cieli e i mari
Prima dov'ero.
09 Alexander Platz (03:22)
E di colpo venne il mese di febbraio
faceva freddo in quella casa
mi ripetevi: sai che d'inverno si vive bene come di primavera!
S� s� proprio cos�.
La bidella ritornava dalla scuola un po' pi� presto per aiutarmi
"ti vedo stanca
hai le borse sotto gli occhi
come ti trovi a Berlino Est?"
Alexander Platz aufwiederseen
c'era la neve
faccio quattro passi a piedi
fino alla frontiera:
"vengo con te".
E la sera rincasavo sempre tardi
solo i miei passi lungo i viali
e mi piaceva
spolverare fare i letti
poi restarmene in disparte come vera principessa
prigioniera del suo film
che aspetta all'angolo come Marlene.
Hai le borse sotto gli occhi
come ti trovi a Berlino Est?
Alexander Platz aufwiederseen
c'era la neve
ci vediamo questa sera fuori dal teatro
"ti piace Schubert?"
10 Povera patria (03:42)
Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'� il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese � devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza pi� calore?
Non cambier�, non cambier�,
no cambier�, forse cambier�.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambier�, non cambier�,
s� che cambier�, vedrai che cambier�.
Voglio sperare che il mondo torni a quote pi� normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli pi� di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare.
11 L'ombra della luce (04:49)
Difendimi dalle forze contrarie,
la notte, nel sonno, quando non sono cosciente,
quando il mio percorso, si fa incerto.
E non abbandonarmi mai...
Non mi abbandonare mai!
Riportami nelle zone più alte
in uno dei tuoi regni di quiete:
E' tempo di lasciare questo ciclo di vite.
E non mi abbandonare mai...
Non mi abbandonare mai!
Perchè le gioie del più profondo affetto
o dei più lievi anditi del cuore
sono solo l'ombra della luce.
Ricordami, come sono infelice,
lontano dalle tue leggi;
come non sprecare il tempo che mi rimane.
E non abbandonarmi mai...
Non mi abbandonare mai!
Perchè la pace che ho sentito in certi monasteri,
o la vibrante intesa di tutti i sensi in festa,
sono solo l'ombra della luce
12 Lode all'inviolato (03:53)
Ne abbiamo attraversate di tempeste
e quante prove antiche e dure
ed un aiuto chiaro da un'invisibile carezza
di un custode.
Degna � la vita di colui che � sveglio
ma ancor di pi� di chi diventa saggio
e alla Sua gioia poi si ricongiunge
sia Lode, Lode all'Inviolato.
E quanti personaggi inutili ho indossato
io e la mia persona quanti ne ha subiti
arido � l'inferno
sterile la sua via.
Quanti miracoli, disegni e ispirazioni...
E poi la sofferenza che ti rende cieco
nelle cadute c'� il perch� della Sua Assenza
le nuvole non possono annientare il Sole
e lo sapeva bene Paganini
che il diavolo � mancino e subdolo
e suona il violino.
13 Haiku (03:46)
Seduto sotto un albero a meditare
mi vedevo immobile danzare con il tempo
come un filo d'erba
che si inchina alla brezza di maggio
o alle sue intemperie.
Alla rugiada che si posa sui fiori
quando s'annuncia l'autunno
assomiglio
io che devo svanire
e vorrei
sospendermi nel nulla
ridurmi
e diventare nulla.
17 Vite parallele (03:24)
Mi far� strada tra cento miliardi di stelle
la mia anima le attraverser�
e su una di esse vivr� eterna.
Vi sono dicono cento miliardi di galassie
tocco l'infinito con le mani
aggiungo stella a stella
sbucher� da qualche parte,
sono sicuro, vivremo per l'eternit�.
Ma gi� qui vivo vite parallele
ciascuna con un centro, con un'avventura
e qualcuno che mi scalda il cuore.
Ciascuna mi assicura
addormentato o stanco
braccia che mi stringono.
Credo nella
reincarnazione
in quel lungo percorso
che fa vivere vite in quantit�
ma temo sempre l'obl�o
la dimenticanza.
Giriamo sospesi nel vuoto
intorno all'invisibile, ci sar� pure un Motore immobile.
E gi� qui vivo vite parallele
ciascuna con un centro, una speranza
la tenerezza di qualcuno.
Tu pretendi esclusivit� di sentimenti
non me ne volere
perch� sono curioso, bugiardo e infedele.
Qui vivo vite parallele
ciascuna con un centro, con un'avventura
e qualcuno che mi scalda il cuore.
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