Ore astrali 13:25. Il tempo su questo pianeta è finito, devo fare ritorno a casa. Non avendo nè una macchina, nè una moto e neanche un cavallo sono costretto a servirmi di mezzi d'emergenza. Ecco che appare di fronte a me un mezzo enorme che funge da trasporto a chi capita (o, in alternativa, autobus pubblico). Tiro fuori il mio fidato telefono e gli auricolari per decidere cosa ascoltare durante il viaggio. La scelta non è stata ardua: serviva musica futuristica per fuggire da Mondi lontanissimi.

Cominciò così il mio viaggio, e la mia mente come il mezzo pubblico compieva rotte in diagonale dentro la Via lattea. A quel punto decido di riposarmi per poter riprendere energie. Mi accompagna un soave Risveglio di primavera a intravedermi tra continenti alla deriva e telescopi giganti; No time no space, altre dimensioni in cui viaggiare appaiono. Mi ritrovo subito nelle stanze d'albergo con un Personal computer mentre coppie di ventenni fanno sesso meccanico. Ma all'improvviso il suono di campane arriva insapettato: DIN, DON, DAN. È il tempo di seguire la Temporary road e fuggire dal sottosuolo. Era arrivato il momento di svegliarmi e scendere dal mezzo. Arrivai su un pianeta estraneo, dove Il re del mondo teneva prigioniero il cuore di tutti e non lasciava libertà a nessuno. E mi avventurarvi a piedi per questo pianeta estraneo, la Chanson eegocentrique pulsava in testa mentre attraversavo Central park tra i tossici e gli uomini che portano fuori i loro cani. Vedo passare I treni per Tozeur e capisco di essere quasi arrivato a casa, lasciando alle spalle il deserto. E L'animale che mi porto dentro vuole mangiare ciò che è nel frigo e spulciare canali TV a caso. Entro in casa e la musica cessa: sono fuggito dai Mondi lontanissimi

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