Tra un lavoro con la PFM ed un altro, Franco Mussida nel 1991 partorì questo singolare lavoro classificabile a mio dire come "World Jazz", ossia un jazz orientato su sonorità etniche. Oltre che alla chitarra lui lo ritroviamo alla voce, dove dimostra buone capacità canore. Tutto in questo album è particolare, a partire dal titolo "Racconti della Tenda Rossa", per finire con la strumentazione usata (flauti indiani, tastiere, trombe, sax, tabla più diversi altri tipi di percussioni) e l'originale tipologia di musica suonata.

Le canzoni che lo compongono sono 14 ed esaminarle tutte produrrebbe sono stancanti effetti iterativi, ma passarne in rassegna qualcuna può aiutare a comprendere meglio di che tipo di musica stiamo parlando.

La prima traccia ci dà già un'idea della specialità del prodotto: "Voci" è composta da vocalizzi seguiti da un sottofondo di percussioni diffuse che accompagnano la voce di Mussida, la quale s'insinua nel fragile tessuto musicale recitando un testo piuttosto criptico: "Giochi di parole, giochi di parole... voci sante, voci vere, voci al vento, voci sincere, voci a tempo, voci a stento [...] voci in lamento!".
La seconda traccia "Orizzonti del Cuore" si apre con una morbida melodia della chitarra dello stesso Mussida, che a braccetto con poche efficaci note di pianoforte delinea una melodia irresistibile. Questo pezzo strumentale crea un'atmosfera di pacata serenità che si susseguirà per tutto l'album.
"Radici di Terra" è un pezzo più significativo: dopo una breve introduzione strumentale la voce di Mussida sorge lenta facendo strada ad un sound smooth jazz oriented, poi il ritmo accelera e le percussioni si fanno più evidenti. È da dirsi che i testi, apparentemente banali, dopo averli ascoltati più volte rivelano tutta la loro profondità.

"La Cava di Sabbia"ricorda il miglior Battisti di "Anima Latina": anche qui le trombe e il sax creano un clima di una bellezza primordiale, genuina, e dopo un duetto di Mussida con una cantante molto dotata che troveremo anche in altri pezzi, segue un dolce riff della sua chitarra accompagnato delle mai invadenti tastiere. Ancora una volta i testi sorprendono per il loro spessore. "Himalaya" ci conduce su sonorità richiamanti la world music, con percussioni africane e ritmi tribali su un sottofondo di voci eteree che delineano un motivo teso e vibrante. "Dance Classique" si apre con la batteria in primo piano, alla quale segue un melodico apporto dei fiati e della voce, recitante in tonalità sempre differenti.

Si passa poi da ritmi più sincopati a ballate più melodiche e persino un pigro samba brasiliano, "Caffé Concerto", nel quale è possibile udire discutere in secondo piano le voci della clientela del locale. Altre piccole brillanti trovate (fruscii di vento, rumori di ruscelli che scorrono...) rendono estremamente variegato un interessantissimo esperimento sonoro che vale la pena di ascoltare e riascoltare, per lasciarsi cullare dalle dolci note e per apprezzare la destrezza con la quale gli abili musicisti si destreggiano tra diversi generi con una maestria fuori dal comune. Mussida, deviando dalle sonorità condivise con Di Cioccio & Co. ha prodotto qualcosa che, se non unico, è quantomeno piacevolmente insolito.

Elenco e tracce

01   Voci (01:44)

02   Zanoobia (05:24)

03   Piani Paralleli (01:55)

04   Little Marie (04:10)

05   Tenda Rossa (04:29)

06   Caffé Concerto (01:30)

07   Orizzonti Del Cuore (03:30)

08   Radici Di Terra (04:34)

09   La Cava Di Sabbia (05:22)

10   Himalaya (05:35)

11   Dance Classique (03:00)

12   La Tempesta (01:40)

13   La Discesa Di Michele (05:20)

14   Porti Lontani (01:20)

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