La raccolta "Stagioni diverse" di Stephen King si compone di 4 racconti, ciascuno ambientato in una diversa stagione dell'anno, associando ad ognuna di esse un opportuno racconto in senso metaforico.
Le stagioni sono "diverse" per scelta stessa dello scrittore, ma una di esse invece fu concepita come una stagione "del genere", (sapientemente ambientata in inverno) dopo che King ne venne convinto da parte di chi lavorava a stretto contatto con lui per la stesura del libro, dicendogli che il "Re" dell'horror doveva per forza scrivere almeno una storia di quel genere, anche all'interno di un contesto in cui inizialmente non avrebbe voluto.

Il primo di questi racconti è per l'appunto "Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank  (La primavera della speranza)", da cui è stato tratto questo film, che come ben sapete ha ricevuto 7 nomination all'Oscar nel 1994, e vanta tra gli attori del suo cast una ottima recitazione, oltre al fatto che anche tecnicamente è davvero ben riuscito.
Questo è uno dei rari casi (parlando dei libri dello scrittore in questione) in cui la rappresentazione cinematografica ha dato il giusto tributo all'opera letteraria, rispecchiandola fedelmente e lasciando inalterato tutto il suo fascino, senza il minimo calo di tono.

Il racconto (sia nel film che nel libro) procede seguento la forma dell'io narrante, da parte dell'amico Red (un eccezionale Morgan Freeman) ed è coinvolgente dall'inizio fino alla fine.
Andy Dufresne (Tim Robbins), un direttore di Banca del New England, appassionato di geologia, viene condannato ingiustamente ad un doppio ergastolo per l'omicidio di sua moglie e del suo amante. Imprigionato nel penitenziario di Shawshank inizia la sua nuova vita, e la dura realtà del carcare di cui non viene risparmiato nessun particolare: contrabbando, violenza sessuale (tra detenuti) e non (tra detenuti e secondini), abusi di ogni genere e condizioni di vita pietose, dove chi dovrebbe rappresentare la legge e la giustizia è il primo a commettere i reati, e all'occorrenza, a non vedere e non sentire. E' interessante seguendo questa  chiave di lettura, notare come, proprio il direttore, tanto fanatico della Bibbia, sia invece il primo a commettere abusi.
In questo duro scenario, però, possono nascere anche sentimenti come l'amicizia, virile e sincera all'interno di piccoli gruppi di persone, quali il piccolo cerchio di amici che Andy si ritrova, e, soprattutto nella figura di Red, con il quale instaurerà un bellissimo rapporto.
Dufresne con la sua perseveranza dimostra che si può ottenere qualsiasi cosa, basta solo volerla. E' incredibile come, tramite le sue conoscenze, oltre a sapersi far rispettare nel tempo, sia riuscito a procurarsi tutto ciò che gli sarebbe servito una volta libero incastrando il direttore e i secondini.
La tenacia e la sete di giustizia, grazie all'intelligenza e all'intraprendenza hanno restituito a Dufresne la libertà dopo ben 19 anni.

Il film oltre che per il racconto centrale, attraverso i suoi particolari si presenta come un omaggio verso le altre forme d'arte e verso il cinema stesso. La figura di Rita Hayworth è un tema portante del racconto, e lo si capisce anche dal titolo. Inoltre, si può considerare un tributo alla cultura, la musica e la letteratura: Dufresne diffonde attraverso il microfono le note di "Le nozze di Figaro" di Mozart stupendo tutti gli altri detenuti e attirandosi le ire dei secondini. Riorganizza la biblioteca del penitenziario, in memoria dell'ex detenuto-bibliotecario Brooks (il quale si suicida non appena rientrato in libertà, perchè dopo 50 anni di carcere non era più in grado di vivere se non da "istituzionalizzato").
La personalità del protagonista quindi, con la sua cultura nettemente superiore a quella media degli altri detenuti, diventa anche motivo di interesse e scambio di idee all'interno del carcere e rappresenta insieme alla forza di volontà, il pilastro su cui si regge tutta la forza del racconto, dimostrando che anche i detenuti al di la del reato commesso, possono essere delle persone migliori.

"Sono così eccitato che non riesco a stare seduto, ne a concentrarmi su qualcosa.
Credo che sia l'emozione che solo un uomo libero può provare.
Un uomo libero all'inizio di un lungo viaggio, la cui conclusione è incerta.

Spero di farcela ad attraversare il confine.
Spero di incontrare il mio amico e stringerli la mano.
Spero che il pacifico sia azzurro come nei miei sogni.
Spero. "

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