Tutti i dischi di Frank Zappa dal ‘66 al ‘75 non valgono meno di 8/10, e quindi anche il buon "Chunga's Revenge" non fa eccezione.

Diciamo che la cosa che preferisco di Frank è che anche i suoi cosiddetti dischi "minori" contengono almeno un poker di trovate geniali, da questo non si scappa. Ebbene, questo disco di poker ne contiene almeno tre volte tanto. Gemme sparse qua e là, pronte a fare la gioia di chiunque passi da queste parti. Ovviamente è futile stare a spiegare che tipo musica abbiamo davanti: con Zappa questo ormai si sa. Tuttavia in qualche caso è possibile riscontrare una maggiore presenza di certe sonorità piuttosto che altre.

Nel caso di "Chunga's Revenge" direi che il profumo più evidente è quello del blues, sia in pezzi tipici come "Road Ladies", che in pezzi apparentemente più lontani musicalmente. Ma mi affretto subito a dire che non è così semplice come sembra. Ordunque.....

Il disco si apre con la stratosferica "Transylvania Boogie", incalzante e ritmica, con almeno tre diverse "voci" di chitarra che si danno il cambio con un'energia davvero imperiosa. Meglio di così...... Ma in particolare è il quartetto di canzoni iniziali che già rende questo disco magnifico. La già citata "Road Ladies" è un'ottimo e divertente blues allo stato puro, preso da un'esibizione live, con un bell'assolone zappiano, piazzato lì da qualche parte, a rallegrarci. Ma capolavori come "Twenty Small Cigars" o "The Nancy & Mary Music" sono difficili da spiegare. La prima è un brano in cui tornano gli spunti jazz e classici, mai assenti in Zappa (anche impercettibilmente), e molto breve (2:17). Ma è un piccolo gioiellino di melodia strumentale, con la dolce chitarra di Zappa che va a braccetto con le tastiere e i fiati di Duke e Underwood. Questo pezzo era già stato arrangiato per il "King Kong" di Ponty, e le atmosfere d'altri tempi un po' noir e un po' giocose che crea sono davvero indescrivibili.

Immaginatevi Frank che sta lì a scribacchiare qualcosa su un pentagramma con vicino una scatola contenente una ventina di piccoli sigari marroni (toscanelli? le origini sono anche italiane, quindi perché no?.....) pronti per l'uso. O delle sigarette già fumate piazzate in un posacenere, con ancora qualche drappo di fumo che aleggia nella stanza..... Un piccolo must zappiano, insomma. "The Nancy & Mary Music" è un altro stralcio di live, e l'energia quasi animalesca che sprigiona lo rende un altro picco dell'album. Si alternano la chitarra di Frank, le tastiere elettriche di Duke e i fiati; il tutto posto sopra un eccellente e variopinto tappeto ritmico a nome Premiata Ditta Dunbar/ Guerin. E il finale è zuppo d'energia, con le grandi voci di Kaylan e Wolman (ex Turtles in quel periodo "accolti" da Zappa) quasi ad impazzire, voci di KingKonghiana e Mothersiana memoria, per chi mi capisce. Non è facile da spiegare, bisogna solo ascoltarselo......

Ma i due vocalist sono presenti anche in pezzi gradevoli più "pop"e doo-wop, mai banali e con trombette comprese, come "Rudy Wants to Buy Yetz a. . . . " e "Would you go all the way?", in cui le piccole sfumature tipiche del baffo con mosca fanno la differenza. Insomma, tutto su alti livelli. E' tutto così splendidamente fresco e pieno d'inventiva, con pezzi anche molto diversi che si incastrano l'uno dopo l'altro in maniera sorprendentemente semplice e perfetta. Insomma qui la musica, signori, è proprio di casa. Da citare ancora la splendida title-track: sorta di pezzo free-rock/jazz che si apre leggero (mi ricorda un po' l'intro di "So what" di Miles Davis velocizzato, che dite?:D)ma con sferzate di chitarra sempre lì a fare capolino. E poi il tocco dell'artista: parte un assolo, che poteva essere benissimo di fiati o di chitarra. E' di fiati, ma Zappa ha la testa che frulla qua e là in continuazione, alla ricerca del "nuovo" e dell' "originale". E allora perché non spingere il fido Underwood a interpretare un bellissimo solo di sax col pedale wah-wah? Bene, spingiamolo. E scriviamo una nuova riga nel taccuino fantastico di Frank. Vedete, sono anche questi piccoli particolari che rendono un artista degno di essere chiamato "maestro". Questo avviene quando la musica fa capolino in un modo che non ti aspetti. Davvero ben fatto maestro. E ben fatto pure il seguito di questo brano, il breve "The Clap"(1:23), che si attacca al precedente introducendo un bel sovrapporsi di percussioni diverse dall'anima colorata; il tutto davvero gradevole e particolare..... Infine da citare il divertente rock di "Tell me you love me", e il caldissimo e bellissimo pezzo di chiusura "Sharleena", sorta di blues d'atmosfera musicalmente impeccabile e orientato come testi verso quel romanticismo demenziale già presente in Zappa in passato.

Che altro dire ? Quando arrivai su Debaser le recensioni su Zappa erano un paio, ora abbiamo superato la ventina. Questo forse indica l'interesse sempre maggiore verso questo artista imperdibile, o che il gruppetto degli zappiani doc del sito (molto meno esiguo degli inizi) è sempre lì alla finestra per farsi due chiacchiere sul baffo. Qualunque sia la risposta, la cosa certa è che questo artista è entrato nella vita di molte persone e magari le ha cambiate dentro, o le ha fatte comprendere meglio se stesse. E questo lo può dimostare sia questa recensione senza pretese, che tutte le altre sue recensioni su DeBaser, così come la musica di decine di artisti, dai Residents agli Elii.

E non stupitevi se a Zappa hanno dedicato le cose più disparate e soprattutto inusuali e strambe, probabilmente lui avrebbe preferito così. Già già già.......

2 asteroidi: 3834 Zappafrank e 16745 Zappa

Una medusa: Phialella Zappai

Un pesce: Zappa Confluentus

Un ragno: Pachygnatha Zappa (con un segno addominale che ne ricorda i baffi)

Una scheda madre della Intel

Una strada ad Agropoli (SA)

'Na canzuncella: "Smoke on the water"

E pure un gene: ZapA, del microbo Proteus Mirabilis. Un biologo amico mio m'ha detto che 'sto microbo è davvero uno spasso!.....

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