Io ce lo vedo proprio il buon Francone che, mentre all'interno dello studio di registrazione dà gli ultimi ritocchi al suo ultimo disco, sogghigna sotto quei baffoni divenuti ormai leggendari. Magari osservato da Steve Vai, o Ike Willis, o forse il bassista Arthur Barrow, o forse ancora qualche altro dei talentuosi musicisti che lo hanno accompagnato nelle registrazioni di "You Are What You Is" (tra cui ci sono anche David Logeman alla batteria e Tommy Mars alle tastiere), uscito nel 1981 ma registrato l'anno precedente. Forse uno dei suoi collaboratori, forse due, forse tutti, avrebbero visto Francone sorridere, e si sarebbero chiesti se il suo fosse un semplice sorriso divertito oppure uno compiaciuto. Perchè, alla fine della fiera, viene da chiedersi solo una cosa: ma per tutto questo tempo Frank Vincent Zappa, classe 1940, ci ha preso bellamente per il culo?

Frank Zappa, nativo di Baltimora, compositore genialeportavoce della musica totale, talent scout brillante e soprattutto capo di tutti i freaks. I pazzi, gli stramboidi, i mostri, gli emarginati dal mondo portati alla ribalta ed esaltati da Francone, perchè lui è quello più pazzo di tutti. Sotto migliaia di note, decine di dischi, centinaia di canzoni quello che rimane del baffone è il lucido, meraviglioso seme della follia, quella follia che accomuna tutti i geni. E tanta rabbia verso la cosiddetta "società".

La gioventù ormai bruciata, il cui unico ideale comune sembra solo la ricerca ossessiva di nuovi modi per drogarsi; mogli fedifraghe; uomini il cui unico linguaggio universale è rappresentato dalle macchine costose e dai vestiti firmati; questo è il mondo in cui vive Frank Zappa, questa è la società messa alla berlina da colui che più di tutti rappresenta la gente maltrattata dai "normali", i "giusti", i "meritevoli".

Ma questa volta niente sperimentalismo. Nessuna di quelle pazzie d'avanguardia che fecero la fortuna dei vari "Absolutely Free" e "We're Only In It For The Money", tanto amate dai critici quanto odiate dal pubblico "generalista", quello che ascolta la radio mentre svolge le faccende di casa o si dirige nel proprio ufficio. Questa volta Francone vuole sbattere in faccia a chiunque ciò che pensa, tutto il suo disgusto, come ormai l'America tanto decantata nei libri di storia sia ormai diventata covo di un mucchio di imbecilli con la bava alla bocca e un buco nero nella calotta cranica, e per farlo tenta la via più difficile: l'ironia. Tagliente, dissacrante, come solo i grandi autori sanno fare. Ironia miscelata ad un rock estremamente orecchiabile ma allo stesso tempo incredibilmente complesso, questo perchè Frank Vincent Zappa non cerca mai la strada più semplice.

Lui, il re dei freaks, il genio, non sceglie mai il sentiero; sempre la scalata. E nel fare il percorso più complesso, nonostante la fatica e le critiche, non perde mai quel ghigno al confine tra il ridicolo e il malefico, quello che immagino lo abbia accompagnato alla fine dell'ascolto di ogni suo lavoro.

Perchè, alla fine della fiera, il suo obiettivo è raggiunto: Frank Zappa riesce sempre a prenderci tutti per il culo.

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