Quella di Fred Neil è indubbiamente tra le figure più affascinanti che la musica popolare americana ci abbia regalato nel corso del Ventesimo Secolo. Uno dei più geniali e innovativi cantastorie folk emerso dalla scena del Greenwich Village, dotato di una straziante voce baritonale alla Johnny Cash, e vissuto sempre ai margini dello stardom. Ne è prova il fatto che le sue più celebri composizioni siano state portate alla ribalta da altri autori: "Everybody ‘s talking", tema portante nella colonna sonora di "Un uomo da marciapiede" di John Schlesinger, in quel bel film era interpretata da Harry Nillsson, mentre la magnifica "The Dolphins" per diverso tempo brillò in mezzo al pur prezioso catalogo di un certo Tim Buckley. Proprio nella terra dei delfini, la natia Florida, Neil fece ritorno a metà degli anni 70, trovando il suo buen retiro in una volontaria e silenziosa eclissi come biologo marino, fino alla morte, avvenuta pochi anni fa.

Fred Neil pubblicò pochi dischi nella sua breve carriera: questo è il migliore, certamente più sfaccettato del pur folgorante debutto "Blecker and McDougal" del 1965. Un album meraviglioso dalla prima all'ultima nota, irradiato da vivide e malinconiche ballate, specchi di un'anima gentile e sofferta, che avrebbero costituito un archetipo fondamentale nel songwriting americano: si pensi alla dilaniata versione targata Mark Lanegan di "Ba-de-da".
La peculiarità di Fred consisteva nell'inserire inebrianti schegge acid rock e jazz dentro un solido tessuto folk-blues: la congerie di spumeggianti essenze psichedeliche che animano l'immenso strumentale "Cynicrustpetefredjohnraga", il felpato incedere di "Everything happens" e le stupefacenti dilatazioni interiori di "Sweet cocaine" lo dimostrano ampiamente. Il Neil migliore era però quello più intimo e riflessivo, capace di aprirti il cuore con un connubio di voce divina, melodie aspre e insidiose e testi struggenti.

Le già citate "The Dolphins" e "Ba-de-da" distillano purissimi aromi westocoastiani e cristalline reminiscenze del pop di ispirazione Brill Building, mentre la forza espressiva di sofferte e dolcissime introspezioni quali "I've got a secret", "Farethewell" o "Green rocky road" vibra tuttora della luce dei classici. Ma è proprio nella celebre "Everybody's talking" che troviamo il Fred Neil che più ci piace immaginare: una toccante e nuda meditazione, in cui spunta la sagoma di un uomo che passando attraverso "la pioggia che cade" per approdare " dove il sole continua a splendere" si lascia alle spalle un mondo in cui è sempre stato un po' alieno, per ricongiungersi con gli amati delfini.

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