I Fugazi più che un semplice gruppo rock sono stati un modello per tutto il mondo alternativo anni '90 e continuano ad esserlo.
Più volte corteggiati dalle major, hanno rinunciato a un pubblico di massa pur di mantenersi indipendenti e selvaggiamente liberi come la loro musica.

Cosa ci si poteva aspettare da Ian Mackaye ex leader dei Minor Threat e di quella frangia hardcore detta straight edge, che predicava l'astensione dall'alcool e dalle droghe. Rettitudine morale, concerti a prezzi accessibili, rispetto per i diritti civili ne hanno fatto un mito per gli appassionati (Eddie Vedder è un loro fan sfegatato).

Questo è il loro terzo lavoro e forse il migliore. Il sound è aggressivo, spigoloso, il dinamismo è esasperato da quel cantato che sembra correre avanti alla musica (Walken's syndrom).
I brani sono di matrice Hardcore, a parte alcuni episodi più quieti, "Last Chance For A Slow DAnce", "Sweet And Low" il resto è energia allo stato puro, "Great Cop" è devastante e Ian coglie l'occasione per dirne quattro alla sbirraglia (non sono mai troppe).

Sorprendente è l'articolazione abbastanza complessa dei brani che ha fatto meritare l'appellativo di post-hardcore al rock furente della band di Washington D.C.

Carico i commenti... con calma