Per il 25 aprile ho deciso di dare uno sguardo a Freaks out, un film, ambientato nella Roma occupata, che dovevo vedere da tempo.

La capitale degli ultimi anni del fascismo è, nonostante tutto, un luogo culturalmente e artisticamente assai vivace: teatro d’avanguardia, cineforum e i primi germi del neorealismo, teatri di varietà e circensi sono tutti lì.

Poi arrivano il ’38 e le leggi razziale, poi il ‘40 e lo scoppio della guerra e poi il ’43 e la caduta del fascismo, settembre l’armistizio e la capitale occupata dai nazisti. Poi, infine, iniziano i rastrellamenti tedeschi e i bombardamenti americani giornalieri…

… a marzo del ‘44 la città è ancora in subbuglio e gli occupanti non sono organizzatissimi. Migliaia di persone sono nascoste (ebrei, renitenti alla leva, sbandati), quasi tutti sono affamati e molte persone fanno la coda per una razione di cibo, i partigiani colpiscono quando possono, mentre le carceri sono stracolmi di uomini arrestati, pronti per essere inviati in Germania per lavorare.

In questa Roma, questa Roma “città aperta” per finta e piena di comandi tedeschi, va in scena ogni sera il grande spettacolo del circo Zirkusberlin; mentre il circo romano Mezzapiotta fa lo stesso in tournée in altre città e paesi.

Questo circo offre un mondo fantastico, popolato da personaggi bizzarri e mitologici, creature straordinarie capaci di imprese memorabili e stupefacenti, dove l’immaginazione diventa realtà. A condurlo è l’ebreo Israel che presenta: Cencio, l’incantatore d’insetti, Mario, un buffo nano, Fulvio, un uomo interamente ricoperto da peli e forte tanto da piegare il ferro e Matilde, una ragazza che trasmette una forte elettricità.

Così, come nel Labirinto del fauno, il fantastico mi piace, quando esso incontra la storia. E la grande storia irrompe nel circo e nel film insieme alle bombe alleate che cadono sul tendone, sconvolgendo una realtà già scombussolata.

La misura è colma e il vaso è traboccato: su un carro malconcio i cinque rientrano a Roma e Israel capisce che lì non possono più restare. Malgrado le iniziali perplessità convince tutti a partire per l’America, ma. una volta raccolti i soldi per i documenti falsi, sparisce misteriosamente. Per andare a cercarlo, i quattro devono uscire dal loro rifugio e inoltrarsi per le, per loro pericolosissime, strade della capitale…

…nel frattempo, dall’altra parte, vive i suoi tomenti Franz, antagonista di Israel e freak come Cencio, Fulvio, Mario e Matilde. Franz è il capobanda del ZIrkusberlin e prevede il futuro. Suona delle musiche nuove che lui sogna e che mandano il pubblico in visibilio. E disegna, disegna i suoi sogni: la caduta del nazismo e degli strani elettrodomestici, dei cellulari e l’avvento di quattro esseri sovraumani, salvatori del reich. Per quello che lui desidera, da quando, per un dito in più su entrambe, era stato congedato dall’esercito e mandato a Roma a guidare, suo malgrado, ciò che secondo il Reich più gli si addiceva: il circo.

È lui, l’antagonista, come spesso accade, il personaggio più interessante, quello che per seguire i suoi grandi ideali, perde il contatto con la realtà, con la sua capacità di essere umano

Ebbene I quattro rappresentano per Franz la grande occasione per compiere da lontano l’impresa più grande: salvare il Reich dalla sicura sconfitta. Quindi, lui cerca loro e loro cercano Israel, si trovano, si separano e si ritrovano. Questi superuomini o mostri si incrociano in mezzo alla guerriglia che si innesca tra occupanti e occupati, con i partigiani da una parte e i nazisti dall’altra.

Il tutto si tiene bene e due ore e venti scorrono velocemente.

Bella è la descrizione e rappresentazione dei nostri eroi, incentrata anche sulla loro corporeità deforme e sulle loro necessità fisiologiche. In un certo qual modo boccaccesche. Da esse derivano vergogna, godimento e rivalsa. E quindi, c'è Fulvio che dà dimostrazione del suo bestiale vigore (sessuale e non); Cencio, dal naso da Cyrano, che è un assiduo frequentatore delle prostitute romane; infine, Mario che è un onanista compulsivo, per di più, molto fornito della virtù meno apparente che crea un gioioso stupore nelle rappresentanti del gentil sesso che lo avvicinano intimamente.

Forse qui c’è un po' meno poesia e forse, sì, non si può gridare al capolavoro, come per il già citato Labirinto del Fauno. E forse, forse è meno suggestivo del bellissimo Racconto dei racconti di Garrone. Tuttavia, quando qualcuno nel cinema italiano esce dal suo orticello e crea un buon film in salsa italiana, io gioisco e festeggio.

Era il 25 aprile, perdio, non il 4 novembre o il 24 maggio!

Consigliato: Per chi sa andare oltre i peccati nei dettagli e apprezzare la bontà del quadro.

Sconsigliato: Per quelli che… eh, ma il 25 aprile è divisivo e per quelli che… eh, ma il cinema italiano…

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