Grazie a tutti per aver esaudito il mio desiderio. Mi piace pensare che sia stata una dimostrazione di rispetto e sono commosso.

Questa volta non potevo proprio (ma per educazione, dico) pisciare la visione al cinema. E quindi sono stato costretto a cercare le sale. Questo film a Torino è distribuito solo nei multisala figheriderehorrorteen con accanto almeno un (per tipo):

coffee lab

parchetto con i giochi colorati dove non ci sono MAI bambini ma solo sedicenni che fumano

sala giochi

sala biliardo

ristorante brasiliano

centro commerciale di pop corn e caramelle uovo

E altra imprescindibile peculiarità, l'orario dello spettacolo: h19. Inizio del film: h20.

Come se tutto questo non bastasse, entrato in sala stavano proiettando un VIDEO MUSICALE di Emma Marrone OPPURE Alessandra Amoroso. Io non sapevo scegliere e marti e matte non sono stati d'aiuto.

Nonostante il nervoso ero sporadicamente placato dal piacere dell'attesa e teneramente divertito dalle pubblicità della Wind, che io amo.

C'è da dire che mentre mi mettevo d'impegno a spargere la voce per l'uscita del film, mi accorgevo che in realtà non è che ce ne fosse molto bisogno; pompato fortunatamente, in maniera un po' sorprendente, Lo chiamavano Jeeg Robot esce nelle sale italiane il 25 Febbraio. In giro ci sono due masse: chi è informatissimo sul film, e chi ripete la domanda "ma parla di jeeg???" più o meno tanto quanto un onnivoro ripete a un vegetariano "ma nemmeno il tonno?".

Che per carità: non dico che non sia una domanda legittima. Solo che quando viene fatto il film di spiderman, che parla effettivamente di spiderman, nessuno si chiede "MA PARLA DI SPIDERMAN?!".

Ma qui che Jeeg è una tangente citante, e quindi il film non è "la storia di jeeg", dunque nevèro, l'unico caso nella storia del cinema dei supereroi, ecco proprio qui, la gente chiede "ma parla di jeeeg?". Guarda che è pazzesco il mondo.

Enzo (Santamaria gonfiato), campa (male) con piccoli furti, è uno sfigato che non riesce a entrare nei giri grossi di Tor Bella Monaca, periferia della capitale, e che in un inseguimento a seguito di un furto di poco conto cade nel Tevere e viene a contatto con una sostanza radioattiva\tossica insomma cade nel Tevere cazzo. La storia comincia esattamente così, con l'immediato incidente scatenante che cambia per sempre la vita del supereroe. Classico "hero incipit".

Ma alla faccia di chi in rete parla di accozzaglia di cliché, col cazzo che il signore si mette a pensare ai cazzi dell'umanità. Io sono un ladro. Se divento mega potente sfondo un bancomat a pugni e me lo porto a casa mia, io. E sticazzi di voi.

C'è un po' di differenza tra le regole e i cliché. Si omaggia un superore, si fa intrattenimento, è ovvio che troverò l'eroe, la nemesi e la principessa da salvare. Che poi parliamone di sta principessa: uscita dal grande fratello, arriva e spacca letteramente il culo. Non vi offendete, magari è una copia di come è nella vita, ma almeno copia bene. Ma io non credo che nella vita sia una mezza ritardata patita di Jeeg, quindi, se tanto mi dà tanto, mi dà tanto.

Quello che è veramente rilevante alla fine di tutto, tra l'estetica massiccia, i colori di una ruota panoramica spinta a mano, l'Italia che sembra sparire da un film Italiano ma che in realtà non è così, è quanto il contesto intero sia sinonimo di possibile, realizzabile. Ed è abbastanza retorico se abbinato alla funzione del supereroe, ma nel profondo ha un qualcosa di confortante.

Un po' come al solito, ho straparlato, non ho recensito nulla ho messo a nudo un po' di ingenuità e vulneraibilità e basta. Vabè se lo vedete fatemi sapere. Sono curioso e mi piace leggere. Se fosse tardi, ciao. Ed è tardi infatti

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