Danny The fuckin' Kid e l'America Centrale, un binomio assai fortunato, direi. Un'altra bella scoperta, la terza, per essere precisi, e con qualche ricerca un po' più metodica e approfondita potrei trovarne molte altre, ne sono certo. Ci sarà tempo e modo, per il momento concentriamoci su Gaby Moreno, che mi ha fatto conoscere una sfaccettatura un po' diversa di quel variegato, affascinante e troppo spesso frainteso universo chiamato latin-pop. Rispetto alle colleghe messicane Julieta Venegas e Natalia Lafourcade, la guatemalteca Gaby Moreno ha un percorso artistico diverso, che parte da radici soul-blues piuttosto che folk, il che rende la sua musica un mix molto accattivante. Dopo due album "bilingui" ma prevalentemente anglofoni, "Postales" del 2012 è il suo primo disco interamente cantato in spagnolo, e mette in mostra una lunga, impressionante serie di qualità: duttilità, brillantezza, buon gusto, ispirazione, nessun difetto strutturale degno di nota. Per farla breve, me ne uscirò con una frase fatta forse non particolarmente elegante ma veritiera: questa donna ha classe da vendere.

La tracklist di questo gioiellino è ricca di episodi assolutamente sontuosi, anche come impatto e ricchezza di sonorità e arrangiamenti, una soul-ballad in crescendo come "No Estoy Tan Mal" lo dimostra fin da subito, e nel migliori dei modi; eleganza, slancio e la giusta dose di teatralità, una vocalità intensa ma mai sopra le righe, ma la canzone che più di ogni altra rappresenta il lato più scenografico di "Postales" è senza dubbio l'epica "El Sombreròn", ispirata dal folklore centramericano, con le sue imponenti orchestrazioni alternate a fascinose trame acustiche. C'è poi "Blues De Mar", pura classe swing-retrò con impeccabili orchestrazioni 60's e vocalizzi gospel, l'episodio che meglio trasmette l'intento di unire sonorità latin e black music con approccio vintage; "Nostalgia" aggiunge un adorabile tocco cabarettistico-big band, che non guasta mai, "Valle De Magnolias" ritmo ed energia, in modo molto classico ma non manieristico: R'n'B elettrico impreziosito da un organo Hammond tipicamente anni '70, coinvolgente e interpretato con il solito brio.

Non mancano episodi più strettamente latin-folk; di "El Somberòn" abbiamo già detto, ma è "solo" una notevole eccezione: in generale l'approccio è più tranquillo e posato, "Tranvìa", "Ave Que Emigra", incantevoli frammenti di semplice e limpida vitalità, "Luz Y Sombra", pigra, agrodolce, "Juegos Y Miedos", laguida e raffinata ballad. Tante componenti, tante influenze, tante sfumature, un amalgama perfetto, con un ulteriore plus: "Quizàs, Quizàs, Quizàs", evergreen classe 1948 perfettamente riadattato e tirato a lucido. La reinterpretazione di Gaby Moreno è assolutamente magistrale, pur mantenedosi fedele alla melodia originaria (e non potrebbe essere altrimenti), la rielabora in chiave moderna e raffinata, aggiungendo una felpata linea di basso, e dimostrando una comprensione e sensibilità interpretativa impeccabili. Questo è quanto, non resta che ascoltare e farsi conquistare dal fascino e carisma di Maria Gabriela Moreno Bonilla da Ciudad de Guatemala, un talento notevole e ulteriormente forgiato da tanti anni di gavetta. Promossa? Oh, assolutamente si.

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