Triste destino quello del prog, genere splendido, ma destinato ad essere di nicchia.
E questo triste destino è confermato una volta di più dal Festival di Tiana, principale appuntamento spagnolo per gli appassionati di quello che da queste parti chiamano "rock sinfonico".

Il Festival di Tiana nacque dieci anni fa e ha portato nel teatro di questa piccola località a una ventina di km da Barcellona alcuni dei grandi del prog (e soprattutto del neo-prog...) come Phish, IQ oltre ai mostri sacri del prog italiano PFM e Le Orme.
Purtroppo però, nonostante l'oggettivo valore dei musicisti di volta in volta esibitisi a Tiana, quasi mai il pur piccolo teatro (contiene al massimo 300 persone) ha fatto registrare il tutto esaurito, portando i pur volenterosi organizzatori a gettare la spugna e a dichiarare questa X edizione come l'ultima.
E anche in quest'ultima edizione il riscontro di pubblico è stato scarsissimo, anche a causa di un cartello non di primissimo piano, almeno a livello di nomi.

Si parte alle 14:30 con un gruppo locale, The Knife, che suona uno strano prog grezzo, con punte molto new wave. Il sestetto catalano se la cava abbastanza bene nonostante un suono pessimo (andrà via via migliorando come spesso accade nei festival) che li penalizza oltre modo. Comunque sia meglio la "attitude" che la tecnica.

I secondi a "scendere in campo" sono i francesi Silver Lining. Il livello è sicuramente superiore a quello di The Knife, suono hard, una superba Annie Morel al violino, ma con una tastiera neo-prog che grida vendetta (secondo me il limite maggiore del genere è proprio l'orrendo suono delle tastiere anni '80 che uccide la magia del progressive... ma la mia è un'opinione). Tuttavia ciò che rende "unici" i Silver Lining è il "cantante/narratore" Frodo... un simpatico signore di 50/60 anni vestito con una vestaglia (sì di quelle che si mettono sopra il pigiama!) che declama improbabili poesie sulle avventure dei personaggi tolkeniani e che è davvero impresentabile al canto... Mi dispiace ma con questi presupposti è difficile essere presi sul serio anche dai fans più freak.

Dopo le avventure dell'anziano Frodo francese tocca a un altro gruppo spagnolo, i Dificil Equilibrio che si esibiscono in una tiratissima suite di un'oretta (!) di stampo tardo-Krimson. Grande tecnica, soprattutto del duo basso-batteria (Enric Gisbert e Lluis Rodrigues) a supporto del chitarrista-leader Alberto Díaz, ma musica un po' fredda e in generale difficilmente digeribile.

Verso le 19 arriva quello che, a mio modesto parere, è stato il momento più alto del festival, ovvero l'esibizione degli italiani Consorzio Acqua Potabile.
Gran gruppo davvero l'ensemble piemontese capitanato da Maurizio Venegoni (insieme al chitarrista Massimo Gorlezza unico superstite della line up degli anni '70) e che ha nei cugini Maurizio e Chicco Mercandino (rispettivamente voce e chitarra solista) i principali punti di forza.
I CAP negli anni '70 non ebbero la stessa fortuna dei colleghi Banco e PFM a cui si ispiravano e hanno cominciato la loro carriera discografica solo nella seconda fase della loro storia cominciata negli anni '90. Ed è soprattutto dai dischi Robin delle Stelle (1998) e Il Bianco Regno di Dooah (2003) oltre che dall'opera rock degli anni '70 Gerbrand che sono tratti i tiratissimi brani del loro set. Grande emozione tra il pubblico quando Venegoni ha letto un saluto di Francesco Di Giacomo ai fan spagnoli con il quale ha introdotto l'esecuzione di Traccia e Traccia II del Banco.

Penultimo capitolo del festival è stato l'esibizione dei poco convincenti inglesi Galahad, in bilico tra prog sempliciotto, pop e new wave... davvero trascurabile la loro performance.

A chiudere il gruppo più atteso della serata, i Twelfth Night con il loro neo-prog made in '80s che ha entusiasmato i loro fan.
Il cantante Andy Sears (sostituto del compianto Geoff Mann) è un animale da palcoscenico, il gruppo suona benissimo, ma, come direbbero loro che sono inglesi "it's not my cup of tea", forse anche perché dopo circa 11 ore di concerto ero a pezzi.

Alle 2 e mezzo di notte si chiude la maratona musicale di Tiana, che mi lascia un sapore dolceamaro: il prog è grande musica, soprattutto se a suonarlo sono grandi artisti come i CAP di questa sera... tuttavia se il maggior prog festival spagnolo ha meno di 100 spettatori paganti significa che il genere più che di nicchia lo si può tranquillamente e tristemente considerare moribondo...

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