Questo film c'ha avuto una genesi mediamente complicata. E da una genesi complicata si è gunti all'apocalisse evidente del cinema d'azione. Un'apocalisse che incornicia la carriera di Evans, la esalta, la scolpisce a caratteri cubitali sul "monte dei giusti", e che riscrive le regole del genere.
Avrebbe dovuto chiamarsi solo "Berandal", con "The Raid" non sarebbe dovuto c'entrar nulla (e infatti -spoiler- non c'entra nulla) e sarebbe dovuto uscire un bel po' di tempo prima. Almeno in teoria, perchè poi ad un certo punto manco lo dovevan più fare, e Evans era lilì per fallire.

Ma andiao con ordine.

Evans sostiene di aver lasciato il Regno Unito perchè era circondato da troppe persone che gli volevano troppo bene (che è la stessa identica cosa che dirà Pazienza riguardo alla sua dipartita da Bologna in una breve intervista rilasciata a red ronnie che purtroppo non riesco a recuperarvi. va beh, tanto c'entra un cazzo), di essersi spostato con la moglie in indonesia e di aver trovato il suo punto di partenza ideale.
Qui dirige piccole robe che piaciono a lui. Gli piace il cinema d'arti marzriali orientale, si accontenta di poco, ed è tutto contento.
Un giorno mentre sta passeggiando per le strade di Giacarta o giù di li, con un bel gado-gado a rovinargli la digestione, conosce due atleti che si guadagnano il pane facendo finta di fare a botte davanti a pubblico pagante. Lottatori saltimbanchi (che da quanto ho capito sono tipo i madonnari dell'Indonesia), Yayan Ruhian (per gli amici "Mad Dog") e Iko Uwais (per gli amici "quello giovane"). Gli piace come i due si menano, con quell'rte mariale li tutta fluida, e così tra una sberla e un calcio sulle gengive cerca di riuscire a conoscerli. E dato che ormai la parete nord del "monte dei giusti" è praticamente una gigantografia del suo nome, avrete già capito che ci riesce. Gli fa sapere che lui fa film e che gli piacerebbe lavorare con loro.
Loro si battono il cinque, "bella lì fratello", e nasce un trio peso.
Che poi è un quartetto: Evans lavora da sempre con lo tesso cameraman, sostiene che hanno un gergo tutto loro riguardo a quello che vogliono ottenere e si capiscono al volo. E, al di là delle belle parole espresse da Evans nei confronti dell'amico, bastano 5 minuti di film per capire che sì, è tutto vero: c'è un'alchimia tra i due che è parte integrante dell'ottimo risultato ottenuto.
Va beh, il gruppo è nato.

L'ho detta un po' alla rinfusa che le cose di preciso neanche io so come siano andate, ma è un momento importante: nasce il trittico indispensabile alla realizzazione del miglior film d'azione di tutti i tempi (che, nel caso non lo aveste capito, è questo qui).
Ma non ci siamo ancora, siamo fermi al 2009, anno in cui esce "Marentau". Il film è uno schifo: regia acerba, fotografia orrenda, scott adkins nel cast. Però siamo in Indonesia, e produzioni del genere il paese non le aveva mai viste. Il film vende bene e Evans piace.
Forte del suo primo successo si mette subito alla scrittura di un secondo film dal titolo "Berandal". Avrà più soldi, farà le cose meglio, e sarà bellissimo. E' però un peccato tutto questo, perchè a pensarla così è solo lui: per mesi rompe il cazzo alle case di produzione con la sua nuova sceneggiatura il cui soggetto è: un ragazzo in carcere diventa amico del figlio di un boss mafioso, un volta fuori entra anche lui a far prte dell'organizzazione, e assiste alla scalata al potere del suo amico, ad un certo punto cambierà idea, tornerà a posto con la testa e cercherà di risolvere i casini che ha combinato sgominando i suoi ex compagni cattivoni.
Lo mandano tutti a cagare.
La situazione da rosea comincia a farsi scura tendente al marroncino carne, poi passa al grigio, e prima che diventi nera spinge Evans a mollare il progetto e buttarsi su una sceneggiatura veloce, per un film che costi poco e si possa realizzare in fretta. Che il nostro cominciava a non trovare più gli spicci per comperarsi il riso (altro che gado-gado).
In tempo record butta giù quindi la sceneggiatura di quella cosa che risponde al nome di "The Raid-Redemption" trova un produttore e comincia a lavorare.

E gli angeli cominciano a soffiare nelle trombe.
Ha poco tempo a disposizione e deve girare un sacco discene di combattimento che sa già gli tantissimo tempo; ha quindi un intuizione geniale (occhio: questa gliela stanno già copiando i più svegli, tra dieci anni la si studierà nelle scuole di cinema).
Vuole arrivare sul set sapendo già cosa dire cosa fare e soprattutto avendo stampato già sulle retine il risultato finale? Non è difficile, giri tutto due volte...
prima dell'inizio delle riprese Iko, Yayan, Il Cameraman (mi spiace un sacco non esser riuscito a recuperare il suo nome) e Evans si trovano in palestra, per mesi. A girare combattimenti, a montarli, a rigirarli, a correggerli. quello che ottengono sono tutte le scene di combattimento del film girate in una palestra con soli due attori. Però è già tutto li: coreografie, inquadrature, montaggio. Si tratta solo di replicare il tutto in studio con luci costumi e attori.
Che a dirla sembra facile, ma qualcuno fa giustamente notare che "The Raid Redempion" è tutto combattimenti, che i combattimenti devon venire bene (e evans è di una esigenza stressante) e insomma, per farla breve: per stare nei tempi le riprese delle sessioni di lotta sono durate in media 14 ore al giorno.
Ora, come fai a dire a dieci/venti cristiani di saltare correre e sbattersi per terra... per 14 ore di fila per tre settimane (tenendo presente che basta che a uno di questi girino i cinque minuti, ti tiri una pizza, e tu ti ritrovi in un cazzo di traumatologico di Giacarta tra ossa rotte e dubbia igiene? Altra idea funzionale che si rivelerà poi fondamentale: Evans non dirige e basta sul set, evans nei tempi morti premonta le riprese, e ad ogni acenno di lamentela ferma tutto mette su il premontato del giorno prima e dice: "sì ragazzi vi sto chiedendo tanto, però guardate cosa stiamo facendo tutti assieme". E in Indonesia, una roba del genere non l'avevano mai vista (4 mesi dopo il film arriverà negli stati uniti, hollywood figa e cocaina, manco lì avevano mai visto nulla del genere).
La genialità non è tanto legata al non farsi spaccare la faccia, la genialità è che mentre fa rivedere le robe ai suoi ragazzi Evans qua e la si accorge che ci son scene che potrebbero essere ancora migliori e allora, su due piedi, fa rigirare un totalone o qualche campo ristretto, così a dare un ritmo ancora più definito al prodotto finale (anche questa gli stanno rubando, anche questa si stuierà).
A margine di tutto ciò si uniscono piani sequenza lunghissimi, una fotografia desaturata che è d'un made in england da togliere il fiato (cosa del tutto assente nel precedente Marentau), e una trama... folle: un reparto swat entra in un palazzo per fare un lavoro veloce. I boss della zona se ne accorgono, chiudono il palazzo e cercano di ucciderli tutti. Uno di loro i salverà.
fine.

E' azione dall'inizio alla fine. Ma non solo. E' uello che erano i primi Resident Evil o silent Hill (su play station, non su schermo, che qui oggi parliamo di film Belli sul serio). Non c'è nulla che possa ricollegare l'estetica, il mood, il modus operandi della regia, al cinema di combatimento oirentale, Evans per questioni un po' di gusto, un po' dettate dai tempi, gira per sua stessa ammissione un survival horror.
Il risultato finale per lo spettatore è un alternarsi ciclotimico di adrenalina e suspance. Oddio, a dirla tutta I possibilI risultatI finalI per lo spettatore possono essere: "oh, ma che cavolata, è un film stupido che non dice nulla" (parere che posso comprendere tutto sommato, del resto la fuori il 99% delle persone son convinte che gli scopi di un libro e di un film siano gli stessi).
O un orgasmo grave. Di quelli che quando hai finito ti fanno male i coglioni (se sei un donna di quelli che ti fanno venire un crampo dalla pianta del del piede fin dietro il ginocchio, però va beh, è un film prettamente testosteronico, e probabilmente quindi più indicato ai maschietti).
Il film non va "bene": il film è un orgia di assensi, in America comprano il remake in meno di un anno.
Evans non si fa sfuggire l'occasione d'oro e ne diventa il produttore esecutivo ("Sì, sarò il produttore di un pessimo remake americano, perdonatemi"... come fa a non starti simpatico?), e sulla cresta dell'onda del successo (ovunque tranne che da noi, da noi nel 2011 i film d'azione che andavano forte erano Thor, Real Steel e il primo Capitan America - nulla da dire sul secondo, e grazie al cazzo: è uno dei tanti film che vive dell'esperienza di The Raid).
Dicevamo, sulla cresta dell'onda del successo va a farsi firmare al buio da qualche losco figuro orientale un bell'assegnone per fnanziarsi l'inevitabile segito di the raid.

E qui, SbadabaM, gioca il jolly.
Perchè può far quello che vuole che tanto il film si chiama The Raid 2 e venderà un botto, i suoi produttori lo san meglio di lui. E quindi prende il protagonista del primo film (che è un poliziotto) lo fa finire in carcere sotto copertura per studiare i comportamenti del figlio di un boss, e basta, da li in poi è il suo vecchio "Berandal", con la differenza che il suo protagonista ha qualche ragione in più per far si che il film abbia un senso.

E iniziano le riprese. Più soldi e più tempo significa dover e sicuramente voler tirar fuori un lavoro migliore rispetto al primo (che ricordiamolo, è una roba che evans ha fatto in primis per pagarsi le bollette, e che non si è minimamente divertito a dirigere, anzi, per quanto sia entusiasta del risultato finale sostiene che il ricordo del periodo delle riprese gli fa venire l'ansia...l'ho parecchio colorita 'sta cosa, ma il concetto è quello).

Per fare un lavoro migliore del primo è, paradossalmente, necessario lavorare esattamente come con il primo film: girare i combattimenti in palestra e lavorarci li,prima delle riprese vere e proprie; montare direttamente sul set, Avere i tempi corti perchè p vero che hai più ettimane rispetto a the raid, ma 'hai pure 100 minuti in più da girare.
Durante le riprese non trapela mezza notizia. Poi un giorno, presto a dirla tutta: che io mica me lo aspettavo che avere più tempo a disposizione significasse comunque non averne praticamente un cazzo; un giorno esce un trailer. Anzi no. Non è un trailer: Evans nel primo film avrebbe voluto liminare una scena che a posteriori, un volta proiettato il film davanti a un pubblico, aveva trovato eccessiva. Ma la scena era molto bella e ci era voluto tempo per girarla quindi gli spiaceva troppo eliminarla, ma, a conti fatti, lasciarla era stato un errore (per chi l'ha visto: in ascensore, coltello nel collo. E presonalmente condivido in parte il parere del regista).
E' una cosa che capita spesso di avere scene buone ma che non rientrino nell'economia del film (è anche vero che avere scene del livello di Evans è cosa decisamente meno comune) e anche in questo "The Raid 2" (o "The Raid Berendal", chiamatelo come volete) un paio di scene evans le ha eliminate. una però gli piace tanto e decide quindi di pubblicarla su youtube il giorno in cui viene annunciato il film. E così prima del film i fanz si son potuti gustare la scena eliminata. Che come qualcuno ha detto: "è assurdo come una scena eliminata possa esser la miglior scena d'azione mai vista fino a quel momento". e qui sotto poi ve la linko perchè lasciarla fuori sarebbe un delitto.

E poi arriva finalemnte il film. che è grandioso da una parte e totalmente povero dall'altra: la trama fa schifo, è contorta e inutile. Ma, e qui c'è un MA grosso come una casa, chi se ne frega.
Il film ha quattro o cinque scene di combattimento (lunghissime), che riprendono quanto fatto nel primo "The Raid" e lo portano all'estremo con pianisequenza impossibili (entrambi i film sono girati con il Ronin, che per chi è interesato è una sorta di stady cam che non si porta dietro tutti gli svantaggi legati alla stady che pesa l'ira di dio. Per dire: il ronin lo puoi passare ad un altro operatore mentre stai riprendendo, la stady no, poi ce ne sono altre duemila di differenze che però se volete ne prliamo giù, oggi non mi va di menarmela troppo) le inquadrature mutano e comincia a sentirsi nell'aria l'dore della cordite di sergio leone (addio survival horror) e tante tante altre cose che adesso manco c'ho più voglia di pensarle (ma da quanto cazzo è che sto scrivendo? We, perdonate la logorrea).
Più soldi vuol dire più location, e si allargano gli orizzonti e i bordi delle inquadrature, che va beh: cazzo cambia? Cambia che se devi riprendere un campo da calcio e farlo bello fare le luci è più complicato che farle per un tavolino in soggiorno (più o meno, qui il discorso è un po' più complicato e non ne parlo manco giù), e la fotogrfia di questo "The Raid 2" è qualche cosa di meraviglioso. Non c'è un'inquadratura, una, in cui le luci non siano da urlo, o che le geometrie di soggetti e ambienti non facciano l'amore con il buon gusto. Sarò eccessivo, ma c'è una scena rossa e bianca in un ristorante che urla Refn da tutti i pori, e non fa per un cazzo una brutta figura.
E poi i perosnaggi: infarcisce la trama inutile di altrettanti personagi inutili ma con un carisma da piegare in due quello di Dominic Toretto (ho volutamente scelto l'unica cosa salvabile del primo F&F. Perchè paragonato, per dire, al cast di twilight, il più stupido dei personaggi del film di Evans vincerebbe il match carisma con le stesse difficoltà con cui Rhett Butler vince contro quel babbo di Hamilton).
E' l'apotosi del cinema 'azione: la migliore azione di sempre, legata a delle inquadrature e una fotografia mozzafiato. la trama è vero che "c'è ma manca" ma è un film di serie A e i film sono cinema, e il cinema è immagine. E The Raid Berandal è cinema allo stato puro (come dicono gli incompententi sulle riviste secializzate)
Va beh basta. qui ci dovrei piazzare una conclusione ma che due coglioni: quanto ho scritto? Ne avrei ancora un sacco ma voi non ne potrete più gia da un quarto d'ora mi sa. Salutiamoci dai
ciao, statemi bene. E guardatevi The Raid immediatamente. Quale? Boh, non ci capisco più nulla, non mi è neanche chiaro quale abbia recensito. Guardateli entrambi che vi farà bene. O male, poco importa: guardateli.


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