"Un film di una giornata non-stop, come un insieme di flash emozionali che si alternano nella vita di tutti i giorni": secondo Gianna Nannini in questa definizione si sostanzia l'intero disco in esame. Nel 1981, dopo i "fasti" dell'album "California", pubblicato alla fine del 1979 (con tanto di vibratore messo in mano alla Statua della Libertà in copertina, con temi che parlavano esplicitamente di sesso, a cominciare dall'inno alla masturbazione femminile "America" e con l'aiuto nella composizione degli stessi testi nientepopodimeno che di Roberto Vecchioni ) Gianna Nannini pubblica l'album G.N., con l'aiuto del milanese Roberto Cacciapaglia, "mago" dell'elettronica nonchè produttore dell'album stesso. E non c'è dubbio che l'elettronica abbondi nel citato disco.

Il pezzo trainante dell'album è il se(n)suale ed, appunto, "elettronico" singolo "Vieni ragazzo", che fra l'altro arriverà secondo al Festivalbar di quell'anno (Vieni a vivere un secondo, vieni ragazzo dai. Ora non dire è tardi, non mi dire ma mentre ti spoglio e siamo dentro un bar, vieni ragazzo dai. Scivola sulla mia pelle, scivola sui tuoi pensieri, scivoli ma dove vai). Diciamo che è uno dei pochi pezzi che si ricolleghi all'album precedente, almeno a livello di testo, unitamente a "Come un treno", sempre a livello di testo (E con un'altra sigaretta accesa, con un altro uomo nel mio letto, con un'altra storia da comprare di nascosto mi sto sedendo sopra il mio silenzio e mi addormento a mezzogiorno, perché comincia un altro mondo).

Ma musicalmente il disco, oltre che di elettronica, è permeato da un rock anche abbastanza caotico e convulso che sfocia a volte nella new wave, come in "Ad occhi aperti" con le sue tastiere "ruggenti"o come in "Nessuna direzione" ed il suo "sogno-volo" notturno. Si sfiora anche il punk con "Bi Bip", con testo che ironizza sulla vacuità, sulla bellezza, con il "punk" che si riverbera quasi anche nei versi ossessivi "Dimmi dimmi stereo, dimmi tutto in stereo, dimmi dimmi non parlare, dimmi dimmelo così. Bi-bip uo' bi-bi-bip, bi-bip uo' bi-bi-bip". A fare di questi pezzi dei "must" dei giovani dell'epoca (anche se più nel resto d'Europa che in Italia in quel periodo, e soprattutto in Germania) è senz'altro anche l'interpretazione della loro autrice, che energicamente e grintosamente racconta con voce roca e ruvida temi molto adatti ai giovani stessi: notti ruggenti e ribelli, rapporti di sesso occasionale, o lunghi tragitti in "Autostrada", dove perdersi in infiniti ed anche onirici viaggi (Autostrada/ Prendi la mia mente, stancami... Fammi uscire ancora, fammi uscire, Autostrada:Praterie senza pensiero").

Ma nonostante la Nannini vada "come un treno", anche lei ogni tanto ha bisogno di riposare e staccare la spina, come ci racconta nell'ultima traccia del disco, l'ottima ed elettrica "Stop": Ora spegni le luci dei fari, addormentati sul tuo domani. Non ho voglia di muovermi, non ho voglia di scegliere e mi piace vederti così sulle nuvole in cerca di me, con la testa che prende il via a cavallo della follia. Non manca nemmeno un pezzo più "rilassato", come la dolce e sognante "Uò-uò" per completare l'opera.

In questo album non c'è nessun pezzo che poi sia diventato un classico della Nannini; anche il singolo di lancio, la comunque bella "Vieni ragazzo" è stata dimenticata in fretta e non ha retto quindi l'urto del tempo. Si tratta in effetti di un album abbastanza atipico nella discografia della cantautrice senese: un album oscuro, notturno, elettronico, irrequieto, onirico, anche decadente in alcuni passaggi se vogliamo, ma proprio per questo molto affascinante. Il disco, come detto, all'epoca dell'uscita ebbe più successo nel resto d'Europa che in Italia, soprattutto fra i giovani tedeschi. Dopo di esso, per i successivi quattro album (Latin lover, Puzzle, Profumo, Malafemmina) la Gianna nazionale si affiderà alle sapienti mani di Conny Plank e diventerà una star anche in Italia. Anche se, ad onor del vero, anche "Latin lover" quando uscì (1982) ebbe più successo in Germania che in Italia, mentre i successivi tre spopolarono anche in Italia. Ma "Latin lover" conteneva dei pezzi che poi sarebbero diventati degli evergreen della Nannini (Latin lover e Ragazzo dell'Europa).


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