Questo disco e la sua storia andrebbero bene per un manuale di autostima e sulla leadership: perso il "capo" nonché autore della maggior parte dei brani (in verità fatto fuori) giusto nel momento di maggior fortuna, nel breve tempo anche rimasti alle prese con le rispettive coscienze e gli eventuali sensi di colpa per il suicidio del compagno cacciato, i restanti Gin Blossoms fanno quadrato e si rimboccano le maniche. Contro tutto e contro tutti, a distanza di due anni da "New Miserable Experience", rimettono il naso fuori con un e.p.; altri due annetti di sforzi ed eccoli pronti con un nuovo disco. Per la serie "volere è potere".

Il risultato? Anche migliore del precedente lavoro. Rispetto a "New Miserabe Experience", questo "Congratulations... I'm Sorry" non ha "cedimenti" acustici o comunque in linea con la tradizione chitarristica americana, se non nel country rock di "Memphis Time". Perdipiù, "Competition Smile" a parte, non ha il difetto di presentare quelle tipiche caramelle pop da falò in stile R.E.M..

Tutto il resto della tracklist, anche se la band non tradisce la propria estrazione root, sta in pezzi molto orecchiabili ma robusti, ben sostenuti da un impiego non elemtare delle chitarre, tutte elettriche. Vengono così fuori pezzi efficacissimi, all'altezza dei singoli del precedente lavoro (se non ancor meglio) come "My Car", "Perfectly Stll" o la riuscitissima "Follow You Down". Viene così fuori il rock classico e senza compromessi di "Day Job", il punk-college rock di "White Wash" e dei mid-tempo elettrici meno corroborati ma graziosi come "Highwire" e "I Can't Figure You Out".

Il folk c'è, ma è semplicemente senza acustiche, e c'è una ballad, "As Long As It Matters", che in pratica viaggia al doppio della velocità con cui la si farebbe scorrere.

Con una "quadratura" tale, con una forma-canzone di questo genere, quasi "stonerfolk", viene difficile ricollocare i Gin Blossoms dentro alla gabbietta delle bands di root-rock anni '90, ed ancor più nel seppure immenso recinto delle bands jingle jangle in stile Byrds, punto di partenza stilistico, assieme al punk, nel loro esordio autoprodotto "Dusted".

Definitivo, inoltre, il loro distanziarsi da quello che era (e che forse è tutt'ora) il punto di riferimento musicale per bands di questo standard, e cioè il duo Stipe-Bucks: i Gin Blossoms, e soprattutto quando si tratta di pezzi da assalto frontale alle charts, affermano in "Congratulations... I'm Sorry" la propria cifra stilistica.

Certo è che con uno stile così, e con un vocalist dalla interpretazione tutta "buoni propositi", chi crederebbe mai di trovarsi al cospetto di una band di avvinazzati (proprio il cantante, oltre alla sucitata vicenda Hopkins, ebbe serissimi problemi a tal riguardo), sconquassati, nichilisti, autolesionisti. Intanto questi sbandati qui, direbbe un trainer motivazionale "questi individui incapaci di gestire le proprie emozioni e senza alcun dominio di sé", per una volta decisero assieme di riprovarci, di riprendere in mano i loro sogni, di rimetterci buona volontà ed autodisciplina, ed il risultato fu ottimo.

Ben inteso: ritornarono presto quelli di prima, e per altri dieci anni i Gin Blossoms cessarono d'esistere. Per questo, col senno di poi, pare azzeccato dire non solo "Congratulations" ma anche "I'm Sorry": forse l'indole si può combattere e sconfiggere, battaglia per battaglia, episodio per episodio, ma cambiare è davvero difficile. Chissà cosa ne penserebbe un trainer, uno di quelli che, se vuole, ti fa persino camminare sui carboni ardenti...

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