Completamente nuovo, Giovanni A.Sechi torna così dopo quasi due anni da Posizione Fetale - un demo per chitarre acustiche e voce, niente di speciale se non due o tre brani - Il passaggio dalla chitarra al pianoforte rende "Un Fascio di Nervi" una ballata carica di tensione - rimpiazzando la precedente versione datata 2003 - mentre gli altri inediti spaziano tra lo stile pianistico di Tori Amos e l'innegabile influenza di Marco Parente (con cui Sechi ha già suonato diverse volte).
Sechi possiede una discreta capacità mimetica che, tramite delle linee vocali instabili, valorizza appieno i suoi brani. Complice la presenza del Sig.Sapio -batterista improvvisato e coproduttore di questo lavoro-Mare, un turbolento sogno isterico sopra una poesia di Sandro Penna, forse ne è l'esempio più calzante.
Costruzione o Distruzione quindi? I 5 brani che compongono questo Canzoni in Distruzione (sottotitolato "improvvisazioni") si potrebbero definire in sintesi, come vuole l'autore, "completamente campati in aria": L'esecuzione, infatti, è abbastanza disordinata nel complesso ("Milano", il brano migliore, è "traballante" nel senso più stretto della parola), anche se -alla fine- non è cosi' difficile abbandonarsi tra le note di Pierpaolo; e dove gli echi di una chitarra acustica si fondono perfettamente con quelli del pianoforte ascoltiamo: "Scostandosi dalla luce/ Diventando adulti/Perdendo/ Acquistando/ Rinvangando. Siamo schiavi del passato e tu lo sai"
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