Debaseriano, credimi se ti dico che avrei voluto scrivere il più bello e il più giocoso scritto che mai sia apparso sull’internet. Purtroppo, poiché non è possibile che in natura nasca qualcosa di libero dalle caratteristiche del proprio fattore, perdonami se la storia raccontata sarà qua e là sconnessa e retorica come purtroppo è lo ingegno mio e concentrati sull’esemplarità di questa storia tra le pieghe delle mie parole.

Che cosa significa essere sovversivi?

Siamo in Massachusetts nel 1920 e questa è la storia di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti.

Anarchici e immigrati.

Il clima è teso nella primavera di quell'anno e la politica del procuratore Palmer preoccupa le classi più deboli, le minoranze.

In particolare, a preoccuparli, sono un evento e una campagna.

Il primo è la morte di Andrea Salsedo, precipitato misteriosamente da una finestra del dodicesimo piano del comando di polizia: sezione politica.

Il secondo sono le deportazioni: venticinquemila persone vengono trascinate via dalle proprie case e deportate illegalmente dalla polizia.

La maggioranza delle persone si chiude in casa, gli anarchici immigrati cercano un luogo sicuro dove nascondere il materiale di propaganda. Per questo, cinque di questi vanno a recuperare la macchina a casa di un cittadino americano, questi chiama la polizia che riesce a catturare due di loro, gli unici fuggiti a piedi, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti.

Nicola e Bartolomeo da questo momento sono nelle mani dello stato, da cui dovrebbero venire giudicati in modo imparziale.

Invece, in questa storia, la dignità degli inquisiti si scontra contro il pregiudizio, la prepotenza, l'arroganza, il conformismo dei poliziotti, dei testimoni, della pubblica accusa e del giudice.

In modo del tutto arbitrario, i due vengono accusati di una rapina e di un duplice omicidio. A incastrarli ci sarebbe la possibile coincidenza tra la pistola di Sacco coi proiettili che ammazzarono le due vittime. In realtà non esiste alcuna prova contro di loro. A incastrarli c'è solo l'essere italiani e l'essere anarchici, l'essere sovversivi e l'essere minoranza. Essere minoranza è essere sovversivi.

...

Il film ci mostra la lunga vicenda processuale, durata sette anni, nel mentre indaga come questa agisca diversamente nell'animo delle due accusati, vittime di questa storia.

Il loro passato viene scandagliato minuziosamente: sono stati obiettori di coscienza durante la Grande Guerra.

Tre anni dopo, Sacco è un operaio specializzato di un calzaturificio. Di carattere schivo, inizialmente non china la testa di fronte ai soprusi dell'accusa.

Poi si chiude in un orgoglioso e disperato silenzio.

Vanzetti è un venditore ambulante di pesce. Vanzetti è vulcanico, loquace e idealista. Quando inizia a parlare è un fiume in piena.

"Io non ho mai lanciato bombe, io non ho mai sparato a nessuno.

...

Io credo nell'anarchia.

Anarchia significa libertà, abolizione della società divisa in classi, rispetto degli altri, per me queste sono le cose che contano nella vita e su queste ho cercato di vivere la mia vita."

Le loro parole e la loro parabola colpiscono come pietre e smuovono qualcosa.

E straordinaria è la prova dei due interpreti, Riccardo Cucciolla e Gian Maria Volonté, che danno vigore e forza ai personaggi, senza mai cedere al patetismo.

Poi, finito il film, dando uno sguardo su Google, mi accorgo che Amazon ha il film nella sua piattaforma e ripenso alle parole di Sacco:

"Lei parla di dollari e cents, signor procuratore. E figuriamoci, parlerebbe di milioni di dollari se si trattasse di uno di questi boss dell'industria e della finanza, che portano i soldi all'università e tutti quanti dicono: "Che grande uomo che è questo!" Ma qua si tratta che sono tredici anni che lavoro e vivo in questo paese, libero, come mi avevano detto che era; ho faticato come un cane, ma non ho avuto la soddisfazione di mettermi da parte un dollaro..."

...quindi mi chiedo dove stia Bezos e dove sia la morale in tutto ciò, e non so rispondermi.

Ma penso alle vittime, non sovversive, non anarchiche, ma emarginate, che a fronte di una morte simile, non hanno avuto canzoni, film o libri che ricordassero la loro storia. Così mi piace pensare che questo film possa essere anche per loro.

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