Il primo e finora unico live ufficiale della band Inglese. La riproposizione nella sua integrità di quel monolitico monumento sonoro, Streetcleaner, edificato e pubblicato nel lontano 1989. Qui siamo nel 2011 al Roadburn Festival; provo una evidente invidia verso i presenti, catapultati, "danneggiati" dal suono Industrial-Psichiatrico di Broadrick-Green. Sono soltanto in due, come è quasi sempre avvenuto nella loro abnorme carriera; con la solita micidiale, asettica, frustrante drum-machine ad ispessire a consolidare un suono raggelante, asfittico, penetrante. Una dietro l'altra si susseguono le mitragliate stordenti dei 13 brani che compongono l'infernale trip sonoro. Un suono ancor più distorto, con la voce di Justin tirata allo spasimo in gran parte del cantato; danno che si somma a danno. Frastornanti giri di chitarre che non vogliono mai finire; le corde dello strumento violentate da sanguinanti mani, quelle di Justin. Ma è il lavoro di Green al basso a rendere il tutto oltre ogni livello di sopportazione; io stesso fatico a restare inchiodato all'ascolto per tutta la sua durata, e siamo oltre i 70 minuti. Un'esperienza ciclopica, tentacolare; suoni siderurgici ti colano addosso, ti ustionano. Ripetute, tendenti all'infinito, scudisciate che tramortiscono. Le macabre danze vengono aperte da Like Rats ("vi riproducete, come i ratti" è il crudele urlo iniziale...) e si chiudono con i 9 minuti di Suction dove le randellate sonore diventano atomiche, feroci, dinamiche con ritmiche di una cattiveria esecutiva senza eguali; con un finale dove gli amplificatori restano aperti ancora per qualche minuto; minuti stridenti, irridenti... Delirio totale, assoluto, nerissimo. In mezzo almeno una mezza dozzina di pezzi da consegnare all'immortalità, alle posterità future. Basta...devo concludere al più presto...devo staccare la spina del mio amplificatore cerebrale...devo e voglio ricominciare tutto da capo...TINY TEARS...

Ad Maiora.

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