I Godspeed sono un gruppo silenzioso. Entrano sul palco, in silenzio (anche se la folla è in delirio), esattamente come sono entrati nella scena discografica.

(Parentesi:

Un fenomeno piuttosto elitario, il loro. Non si può certo dire che siano conosciuti da un vasto pubblico. La loro prima registrazione in studio è una audiocassetta limitata a poche copie, assolutamente introvabile; il primo lavoro ufficiale, "F#A#oo", non è di sicuro stato un successone. In pochi poi possiedono il loro (magnifico) EP "Slow Riot For New Zero Kanada". Un pochino più diffuso "Lift Your Skinny Fists Like Antennas To Heaven". E chi conosce quest'ultimo, avrà sicuramente avuto a che fare col loro ultimo lavoro, "Yanqui U.X.O.", la loro consacrazione.

In tutto, diciamo, 4 dischi. Poco altro è reperibile della loro storia: un live semi-ufficiale (non su cd), "Tiny Silver Hammers", e questo "Live @ 40 watt club", Atene (la cui registrazione è affidata, sotto permesso, ad un fan in mezzo al pubblico). Un po' poco per un gruppo così straordinario, se mi permettete.

Chiusa parentesi)

Insomma, entrano sul palco, attaccano e accordano gli strumenti (non hanno mica gli inservienti che lo fanno per loro). Poi cominciano a suonare. E' un momento un po' magico.

Mi ascolto di fila pezzi come "Rockets Fall On Rocket Falls" (il fulcro dell'ultimo "studio"), "Dead Metheny" (un estratto di "Providence" del primo disco), "09-15-00", mi accatto anche un inedito chiamato "Albanian", poi "World Police And Friendly Fire" (estratto di "Skinny Fists"), "Blaise Bailey Finnegan III" e il fantastico finale "Moya", uno dei più bei pezzi che hanno scritto.

Poi escono, in silenzio come sono entrati. E come poco dopo sono usciti dalla scena musicale.

Due ore mi sono andate così, sospese fra estasi e oppressione. E a pensare:

  1. che probabilmente io (come tutti) non potrò mai (più) vederli dal vivo;
  2. che tutto quello che otterrò, oltre ai dischi in studio, è questo,

mi sgorga una piccola lacrimuccia.

Credo che chiunque conosca questa band si senta un po' in lutto. Tutto ciò che mi viene in mente è quella parola, l'unica parola che i "Gybe" abbiano espresso chiaramente. HOPE. Un richiamo nel primo e nell'ultimo disco (e in questo live), una parola malinconica che, in mezzo alla musica apocalittica di questo gruppo, ammazza.

Abbiamo perso l'incarnazione rock di questo secolo. Adeguatevi come meglio potete.

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