"Ecco l'ennesima recensione su Chinese Democracy", diranno i più di voi imbufaliti e, magari, mi appiopperanno un 1 alla recensione senza neppure leggerla. Beh, a costoro, qualora fossero presenti tra di voi, vorrei rivolgere un invito: leggetela, poi esprimete le vostre opinioni a riguardo.

Questo, perché, fra le varie recensioni di questo disco che ho letto, tutte ne hanno parlato abbastanza bene. Tuttavia io non mi fido. Sono un po' come San Tommaso, non ci credo se non ci metto il dito nel costato e nelle piaghe, io, in prima persona. Effettivamente, volevo, personalmente, assaporare il disco col mio palato. Il mio, e quello di nessun altro. E così ho fatto.

Tuttavia, prima di parlare dell'album, mi sembra doveroso fare una precisazione in merito ai Guns N' roses.

Chi sono i Guns? Sono (anzi: erano) una band formatasi dalla fusione di due gruppi che, del glam n' rock stradaiolo, avevano fatto la loro religione di vita, ossia gli L.A. Guns e gli Hoolywood Roses. Da cui, appunto, il nome "Guns N'Roses". Non scorderò mai il loro album di debutto, quell' "Appetite For Destruction" che tanto mise in subbuglio le masse e lanciò il fenomeno Guns a livello interplanetario. A seguire una serie di dischi, leggermente sotto tono, ma, sostanzialmente, carini e assimilabili. Forse meno street, leggermente strizzanti l'occhio a un rock più commerciale. Tuttavia davvero belli. Difficile dimenticare i due "Use Your Illusion", album dannatamente coinvolgenti, tuttavia contenenti il grave errore di essere troppo prolissi nelle tracce. Magari, forse, avrebbero fatto meglio a far uscire un solo disco contenente meno tracks ma di caratura, senza dubbio, superiore. Ma, queste, rimarranno opinioni personali, contestabili da chiunque, del resto.

Poi, il declino. L'abbandono di Izzy, la morte stilistica dei Guns, le frenesie da prima donna di Axl Rose, i dissidi interni, quello "Spaghetti Incident?", album di cover, che decretò la morte definiva della band che, da lì a poco, si sciolse, appendendo le chitarre al chiodo e mandando i suoi membri ognuno per la propria strada.

Sappiamo bene le vicissitudini dei componenti, ognuno dei quali ha tentato, invano, la propria carriera solista, come lo stesso Izzy o, come, Slash. Carriere soliste finite al mattatoio, vista la scarsità di idee che propinavano. Alche, la genialata di formare, di nuovo, tutti insieme (o quasi) una nuova band, i Velvet Revoler. Ma questa è un'altra storia.

Che ne è stato dei Guns N'Roses? Era davvero finita? No. Perché quel ciarlatano di Axl aveva acquistato i diritti per l'utilizzo del monicker della band (acquisendo tutte le azioni della stessa. Negli States, le bands di grande successo, funzionano come le nostre Società per Azioni) e diventando "azionista unico" dei Guns N'Roses conservandone il nome e propinando, almeno una volta all'anno, il parto di un nuovo disco, quel tanto atteso "Chinese Democracy" che, ora vuoi per licenziamenti interi alla stessa band, ora vuoi perché Axl era troppo impegnato a scontare qualche giorno di prigione, ora vuoi perché, sempre Axl, doveva spararsi qualche dose di coca in più, veniva ritardato. E, tutti i fan, aspettavano, da 15 anni, l'uscita di "Chinese Democracy".

Anno domini 2008. "Chinese Democracy" è nato ed è disponibile sul mercato. Cosa ci si può aspettare? Un disco di hard rock, di street n' glam? Un disco che sputava la cattiveria come quello dei precedenti?

Magari fosse andata così.... In un periodo in cui le vecchie glorie decidono di dare alla lue i propri pargoli (Metallica, Testament, e via dicendo....) anche i Guns hanno fatto lo stesso. O forse dovrei dire la "one man solo band" di Axl Rose ha fatto lo stesso.

Perché in questo disco, dei Gun N' Roses, non si sente neppure l'ombra. O, meglio, questo disco sta ai Guns N'Roses come il papa sta a Bin Laden.

Più semplicemente: questo disco fa schifo al cazzo.

Questo è rock? La title track è un'accozzaglia di suoni, "rumori", campionamenti e varie porcate che coprono il suono delle chitarre, trade mark della band che fu.

Si sente la mancanza di un chitarrista come Slash. Si sente la mancanza delle idee e del genio compositivo di un tipo come Izzy. L'unica cosa che si sente è la voce (sempre bella) di Axl che tenta, invano, di riportare in auge la sua "one man solo band" con questa porcata sonora. Un incubo per tutti i padiglioni auricolari.

Album brutto come il peccato, in cui si salva, a malapena, "The  Blues", la ballad del disco. Disco che si chiude con una schifezza inumana di portata immonda, quale "Silkworms", song che potrebbe risolvere i problemi di stipsi a tutti gli stitici del pianeta.

Detto questo, mi avvio alle conclusioni: questo è un album destinato esclusivamente a chi ha deciso di farla finita con la vita o, come spesso accade, ai collezionisti, i nostalgici, a tutti coloro che hanno atteso impazientemente l'uscita, per 15 lunghi e interminabili anni, del full lenght in questione.

Album che sarà destinato, al più, come sostenitore del tavolino traballante che ognuno di voi possiede in casa.

Elenco tracce e video

01   Chinese Democracy (04:43)

02   Shackler's Revenge (03:36)

03   Better (04:58)

04   Street of Dreams (04:46)

05   If the World (04:54)

06   There Was a Time (06:41)

07   Catcher in the Rye (05:52)

08   Scraped (03:30)

09   Riad n' the Bedouins (04:10)

10   Sorry (06:14)

11   I.R.S. (04:28)

12   Madagascar (05:37)

13   This I Love (05:34)

14   Prostitute (06:15)

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Altre recensioni

Di  CoccolutoStyle

 Scherzetto!!!!!

 Volete capirlo che non uscirà mai???


Di  KingJudas

 E' la mia prima recensione e so di essermi scelto uno dei dischi più difficili da recensire perciò nn siate troppo cattivi.

 Le canzoni sanno di già sentito e non sono molto originali, ma i testi sono meravigliosi... la creatività di Axl è risaputa.


Di  Blackened

 Puro rock made in Guns N' Roses ma in versione rimodernizzata e con quel pizzichino di elettronica che basta.

 Chinese Democracy è un ottimo disco... ne è valsa la pena di aspettare tutto questo tempo!


Di  MichaelRose86

 Tutto il cd è frutto del lavoro di un Axl in stato di grazia dal punto di vista compositivo.

 Il consiglio è di non aver pregiudizi, ma godersi un grande album.


Di  KingJudas

 Appena infilo il cd nel lettore parte un’accozzaglia di suoni che mi trasporta con la mente direttamente in Cina.

 Sorry: spettacolo puro! Mi sono innamorato di questa canzone... Ha un testo meraviglioso e Axl è libero di far confluire il proprio pensiero ribelle.