Non è facile scrivere una recensione su un gruppo come gli Halo.
Non è musica semplice da spiegare a parole, la si deve ascoltare e bisogna subirne tutta la pesantezza prima di poter esprimere un giudizio.

Questo duo australiano (Skye Klein: basso, synth e voce, Robert Allen: batteria) esordisce per la Relapse (e con chi se no...) nel 2001 con "Guattari (From The West Flows Grey Ash And Pestilence)" dopo un passato fatto di dischi (tra l'altro gratuitamente scaricabili nel loro sito ufficiale) autoprodotti nel loro paese d'origine.
Nel 2003 licenziano questo monolite che risponde al nome di "Body Of Light", un disco oscuro, detonante, pauroso e maledettamente malato, in cui esplosioni di synth (usati al posto delle chitarre) fanno da contraltare alle urla abissali di Klein.

Musica senza tempo questa, colonna sonora ideale di un pianeta in rovina, in cui sono le macchine a governare, di un mondo in cui i pochi esseri umani sopravvissuti sono prigionieri degli automi da loro stessi generati.
I brani scorrono nello stereo schiacciando il malaugurato ascoltatore; qui non c'è traccia di melodia, il ritmo è lento, claustrofobico ed ossessivo e le urla del cantante, simili a invocazioni, sono angoscianti.
La classificazione è ardua: si intravede il Doom nel lento incedere dei brani, l'elettronica per quanto riguarda l'uso dei synth e forse l'industrial per i rumorismi vari...

Musica difficile da ascoltare, o la si ama o la si odia. Anti-Music, come la chiamano loro...

Carico i commenti... con calma