Non ho parole per definire questa nuova release degli Hammerfall... davvero.
Dovrei fare un passo indietro e ripensare a quanto mi piacque il loro esordio, a quando li diedi per spacciati dopo "Legacy Of Kings" e, specialmente, dopo quella bruttura di "Renegade". A quando, improvvisamente, impazzii di gioia ascoltando "Crimson Thunder", "Chapter V" e l'ultimo (anche se un tantino ripetitivo, ma pur sempre un gran bel disco di heavy-power) "Threshold".
Insomma, questi sono stati gli Hammerfall per il sottoscritto. Una band che ha sempre saputo alternare stati di gioia a momenti di ira. Ultimamente, poi, la mia frenesia metallara era talmente salita alle stelle che non ragionavo quasi più.. ogni loro uscita discografica mi sembrava perfetta, o quasi. Una band che, anche se poco innovativa, poco originale, aveva saputo costruirsi attorno a se la sua schiera di fan e, perché no, anche di detrattori. Perché gli Hammerfall sono questi: o li si ama, o li si odia. E, io, ultimamente, li stavo amando, moltissimo. Anche per il loro tentativo e sforzo di cercare di abbandonare le sonorità power degli esordi per dedicarsi all'heavy metal tanto caro a Ronnie James Dio e Judas Priest (tentativo riuscito appieno nel best seller "Chapter V").
Ecco adesso che mi accingo ad ascoltare questo "No Sacrifice, No Victory" e.. il vuoto. Lo sconforto totale. il nulla. Un buco nero. Un cazzo di niente, insomma, tanto per essere espliciti e poco poetici.
"No Sacrifice, No Victory" è, niente poco di meno che un album che si rifà spudoratamente agli esperimenti di "Crimson Thunder" miscelandoli con quelli dell'ultimo "Threshold". Ti sforna song che, se questi due dischi non fossero mai stati composti, sarebbero anche riuscite a convincermi. Ma, purtroppo, non è così. Si sente lontano un chilometro la puzza del "mestiere" e del riciclaggio.
Solite canzoni potenti, coi riff orcciosi ma già ascoltati in decine di altre loro stesse song; soliti ritornelli catchy e ruffiani. Soliti Hammerfall che non hanno il coraggio di proporre qualcosa di diverso, forse perché gli manca davvero il fegato (paura di deludere qualche fan paraocchiato?) o, semplicemente, perché non sanno manco loro più che cazzo inventarsi, scrivere e/o comporre, e, questo, si badi, non per colpa loro, ma a causa del genere che offre ben pochi spunti innovativi.Insomma, la "funzione matematica Hammerfall" può essere descritta come una curva molto sinusoidale. Adesso siamo di nuovo nella zona della discesa, dopo aver percorso una buona ascesa.
Non cito tutti i titoli delle canzoni, non ce n'è bisogno. Forse salverei la title track, "Legion", la conclusiva "One Of A Kind" (dal bel break centrale) e, forse, un altro paio di songs nelle quali l'unica cosa che riesce a sorprendermi è la bravura dei chitarristi, i quali riescono a sfoderare ottimi assoli e grandi riff. Ma sempre nelle stesse si affonda nel già sentito. Non parliamo della squallida ballad di turno che deve sempre starci in 'sti cazzo di dischi power-heavy, che fa compiere il passo decisivo alla band che si trova, oramai, sull'orlo del precipizio.
Un'ultima nota la spendo in favore della cover dei The Knack, storico gruppo rock degli anni settanta. Mi riferisco a "My Sharona", riproposta abbastanza fedelmente all'originale, nella quale l'unica nota stonata è la voce di Cans che poco ci azzecca con la song... dettagli.
In definitiva, un disco affatto riuscito che tenta di ricalcare le orme del passato, tentando di mescolare il meglio, ma riuscendo solo a tirar fuori il peggio della band.
Da evitare. A meno che non smaniate per gli Hammerfall!!
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