Gli Hardline di adesso capiscono perfettamente che hanno come eredità quel "Double Eclipse" del 1992, una autentica bomba a livello di hard rock melodico, visto che trovavamo un certo Neal Schon alla chitarra e Dean Castronovo alla batteria, mostri sacri dei Journey.

Oramai quella parte di band non c'è più e non ci sono i presupposti per ricreare il progetto originale, eppure Johnny "giovanni battista" Gioeli, uno dei cantanti migliori dagli anni 90 in poi in ambito hard e non solo (ricordiamo che dal 1998 è stabilmente entrato nella corte del biondo Axel Rudi Pell), non ha mai accettato l'idea di lasciarlo completamente andare ed ecco che nel 2002 li ha riesumati, assieme al fratello a sorpresa. "II" non era un cattivo album, però tutti si aspettavano un secondo Double Eclipse. Lo stesso successe col seguente "Leaving The End Open" del 2009, più melodico del precedente e forse meno riuscito.

Due dischi decenti quindi, però l'amaro in bocca ai fans della prima linea rimaneva. In ogni caso siamo negli anni 2000, pretendere che una band suoni come dieci o addirittura venti anni prima è impossibile, fateci il callo e basta! E questo nuovo "Danger Zone"? No, neppure questo è come "Double Eclipse" quindi non vi aspettate un capolavoro, ma "solo" un ottimo hard rock melodico che ci si avvicina, se non il migliore insieme a quello dei Trixter, per quel che riguarda quest'anno! E siate fieri di ciò, poichè tre quarti della band che ora la compone è i-ta-lia-na! Alessandro Del Vecchio alle tastiere, Anna Portalupi al basso e Francesco Iovino alla batteria! L'unico fuori posto è il chitarrista Thorsten Koehne, anche se "fuori posto" è un brutto termine, visto che, insieme al sempre "eterno" Gioeli, la fanno da padrona in questa ora di puro hard rock melodico di classe.

Ed è incredibile e assurdo che, nonostante siano passati 20 anni da quel Double Eclipse, Gioeli canti allo stesso identico livello! O ha bevuto dalla fontana della giovinezza oppure ha fatto un patto col diavolo per avere la voce così, altrimenti non me lo so spiegare!

Un esemplare capolavoro di tale prestazione è la bellissima "Ten Thousand Reasons" dotata di una melodia da estasi infinita e con un refrain impossibile da riprodurre. Il finale poi è difficile da rigettare, con questo "can't let go" cantato e ripetuto più volte che difficilmente fa tenere la bocca chiusa! La classe si sente anche in "Show Me Your Love", con una sezione ritmica ben presente, un incidere veramente deciso e sostenuto e melodie bellissime.

Stavolta la band è molto affiatata e si sente, rispetto ai due lavori "transitori" precedenti, basta ascoltare "Stronger Than Me", egregiamente coadiuvata dalle tastiere di Alessandro, che si fa veramente in quattro per creare delle melodie superbe (e meno male che noi italiani non sappiamo scrivere musica eh?). Molto buona anche la stessa title track, "Danger Zone", in cui stavolta è la chitarra a ruggire per ben benino. Valida anche "What I'd Like" che seppur fa il verso (e ci assomiglia parecchio) a "Heaven Tonight" di Malmsteen è veramente intrigante. Più melodiche e legate alla eleganza del precedente "Leaving..." sono sicuramente "Never Too Late For Love" e "Please Have Faith In Me", mentre ho trovato leggermente più ordinarie "I Don't  Wanna Breakaway" e "The Only One".

Per concludere, ho gradito molto due canzoni in particolare: la dolce e soave "Look At You Now", semiballad veramente riuscita, semplice e con cori molto accattivanti e "Stay", canzone dai toni epici. Guarda caso l'unica che non sono proprio riuscito a digerire è proprio il singolo nonchè canzone d'apertura ovvero "Fever Dreams", ma non fatevi ingannare perchè il resto è quello che conta.

Ottima prova quindi per gli Hardline di Gioeli che spero riescono a riprodurre dal vivo ciò che di buono è stato servito. E dopo 20 anni dal loro debutto non è cosa da poco!

 

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