Anno di grazia (o di disgrazia?) 1995: tutte (o quasi) le band che fanno parte del panorama hard rock (dal melodico allo street) cadranno in profonda crisi, o si scioglieranno o si adatteranno al trend-inite filo-grunge. E, purtroppo, tocca ammetterlo, ci cascheranno pure gli Harem Scarem di "Voice Of Reason", datato 1995.

Della bellezza AOR del primo album e della rocciosità "elegante" del masterpiece Mood Swings resta ben poco però, qualche spunto interessante tutto sommato c'è. Mike Gionet (basso) oramai ha perso i capelli e nemmeno Cesare Ragazzi lo salva, Harry Hess (voce/tastiere quasi inesistenti) oramai canta una versione sbiadita degli Alice In Chains, Pete Lesperance (chitarra) oramai si perde nel regolare la chitarra su tonalità basse a mò di Nirvana e Darren Smith...si limita a seguire il ritmo credo! Infatti, gli Harem Scarem di Voice Of Reason, suonano in maniera molto cupa, i cori assumono una forma più vicina in alcuni frangenti ai Queen (anche se il paragone è piuttosto forzato e in molte canzoni il tentativo non riuscirà a pieno) e sfacciatamente grunge (sigh sigh sob sob datemi i fazzoletti!!!!). Track-by-track as usual.

Si parte con "Voice Of Reason": come già accennato, un riffone pesante alla Black Sabbath introduce la canzone e continua incessante nel suo essere cupo, con intermezzi lenti alla Alice In Chains (e quasi con gli stessi coretti), fino al break melodico, che la rende decisamente più appetitosa: buona canzone tutto sommato; arriva poi "Blue", canzone leggermente più interessante, sebbene aleggi sempre quell'alone cupo intorno anche alla stessa chitarra di Lesperance, che riesce a salvarsi con un buon solo. Da notare che vi è comunque una maggiore (seppur timida) apertura melodica. La track seguente è una delle migliori dell'album ovvero "Warming A Frozen Rose": questa volta, la band usa qualcosina del vecchio passato per creare una canzone cadenzata al punto giusto, modellata e ricercata che, nonostante denota una certa tristezza nel suo andare, riesce a creare un buon effetto. Molto pallosa invece "Let It Go" che, nonostante un solo decente non si salva come canzone, in quanto è piuttosto fuori luogo e senza capo né coda. Dello stesso andazzo è "And That's All", che dimostra una svogliatezza nel comporre la canzone a dir poco assurda! Queste ultime due canzoni non hanno mordente e non lasciano il segno, la band sembra svogliata e l'album sembra oramai prendere una brutta piaga. Un leggero segno di ripresa però, si ha con l'ottima "Breathing Sand", che finalmente fa risaltare una interpretazione vocale più decisa da parte di Hess e un ottimo lavoro di chitarra di Lesperance. Molto standard, ma si salva per il buon chorus, "Candle", in cui troviamo Lesperance (e anche il resto del gruppo) a fare il versetto a Soundgarden e compagnia bella. Segue finalmente una canzone più veloce dal volto punk e meno lenta nell'incidere ovvero "The Paint Thins", certo non ha l'incidere hard rock di Saviors Never Cry o Had Enough, ma ci si può accontentare visto che sarà uno degli ultimi spunti interessanti di questo disco. Il disco si sussegue in alternanza con la discreta "I'll be brief", che però non decolla mai come dovrebbe (o almeno è questa l'impressione che dà), la pessima "Untouched" che sembra essere messa lì come riempitivo e la conclusiva ballata, nonchè molto dolce (ma sempre triste, peggio di una puntata di Dolce Remì!) "Necessary Evil". Una piccola chicca la si ha con la versione giapponese di Voice Of Reason, che contiene una versione acustica (addirittura migliore dell'originale!) di "Candle", facente parte dello stesso disco.

L'impressione finale è che ci si trova di fronte ad un album incerto, non riuscito in tutti i suoi passaggi e nel quale i punti veramente a favore sono decisamene pochi. Tutto sommato però come passo falso non è male: nell'insieme l'album non è malaccio ma alcune volte è davvero difficile da digerire per intero. Meno male che comunque questo sarà uno dei pochi punti bassi degli Scarem. Dopo la dipartita di Mike Gionet (uscito subito dopo le session studio di questo disco), subentrerà Barry Donaghy con il quale gli Scarem daranno vita al buon "Karma Cleansing" e all'ottimo "Big Bang Theory".

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