"...Ale questa sera sono un uomo felice!!!..."
Tranquilli stimati colleghi, non mi sono fumato quel poco di buono rimasto del cervello; è la frase che ho pronunciato, sorridendo, all'amico Alessio uscendo estasiato dal locale a concerto concluso. Perché voglio partire dalla fine, da quanto mi è accaduto subito dopo la conclusione dell'esibizione degli Helmet: Page Hamilton, il leader e fondatore del gruppo ed unico rimasto della storica ed inarrivabile formazione originale (sigh), si avvicina al bordo del palco per salutare e dare la mano al non molto numeroso pubblico presente; il locale novarese è sprovvisto di transenne divisorie ed allora, non essendoci nemmeno personale addetto alla sicurezza, ne approfitto sedendomi sul palco. Page fa la stessa cosa, posizionandosi accanto a me; mi trovo a contatto con uno dei miei miti assoluti musicali e rimango impietrito dall'emozione: sono senza parole. Page mi mette un braccio intorno alla spalla ed Alessio scatta una foto che rimarrà il segno indelebile di una serata a questo punto indimenticabile!!!!
Con il mio inglese più o meno comprensibile dico al cantante della band che gli ho già visti ventun anni fa al Bloom di Mezzago in un caldissimo giorno di Luglio; mi sorride come un buon e vecchio amico, come una persona che conosco da anni e mi autografa anche il biglietto che reggo tremante nella mano. Questi pochissimi secondi trascorsi vicino a lui mi hanno fatto capire la sua semplicità, il suo non apparire in alcun modo, nonostante sia una persona dal punto di vista musicale fondamentale per la nascita e diffusione dell'Hardcore-Noise. Prima di scendere dal palco mi dice anche che torneranno in Italia il prossimo anno per un altro tour: sarà un obbligo partecipare. Ed ha continuato con foto e autografi, accontentando in pratica tutto il pubblico, composto in massima parte da persone ben oltre i quarant'anni. Del resto Signori si nasce e Page ha dimostrato questa sera di esserlo, e alla grande.
Sono quasi trent'anni che percorro l'amata Italia per vedere ogni tipo di concerto: sono vicino ai trecento ormai. Ma vi giuro che un'emozione così pura e devastante non l'avevo mai provata, nemmeno con Steve Wynn visto pochissimi mesi fa nei pressi di Milano!!! Ecco perché sono uscito dal locale pronunciando la frase con la quale ho voluto iniziare questo mio scritto.
Potrei anche fermarmi qui con la recensione; il concerto è stato eccezionale, come mi aspettavo ben conoscendo chi mi trovavo di fronte.
Aggiungo che riascoltare l'album "Betty", omaggiato per il ventennale della sua uscita, dalla prima all'ultima nota è stata un esperienza così bella che tutto il pubblico è rimasto fermo, composto, in estasi, consapevole di assistere ad un qualcosa di unico e certamente irripetibile. Posso dire che Kyle alla batteria e Dave al basso hanno garantito un suono siderurgico e monolitico da devastare impianto uditivo e menti; ed il secondo chitarrista Dan non è stato da meno, garantendo a sua volta un muro sonoro assordante.
Potrei spendere due parole sulla seconda micidiale parte del concerto, incentrata in particolare su brani dei primi due album "Strap It On" e "Meantime". Cito come brani eseguiti "Bad Mood(n)", "Rude", "Unsung" e una conclusiva e spaventosa a livello di intensità "In The Meantime". Ed in questi brani, ma non solo, ho preso l'iniziativa scatenando un pogo di tutto rispetto come nella mia trascorsa gioventù: un po' di devastazione anche fisica ci voleva...AZZ...
Potrei continuare a lungo, descrivendo tanti altri particolari di sicuro interesse; ma nulla di questa magica serata potrà MAI tenere testa a quella foto, che da poche ore mi fa buona compagnia come avatar sul sito. Per tutti quelli che non mi conoscono sono quello di sinistra, brutto, sudato da far schifo e con un mal di testa quasi insopportabile visto il volume del concerto: particolari ritengo di scarsissima importanza a questo punto. Dicendo ciò non voglio nella maniera più assoluta sminuire un concerto che è stato davvero formidabile, ci mancherebbe.
Ho quasi concluso; consentitemi alcuni saluti, per me necessari.
Saluto N°1: al mio fedele compagno d'avventura e di concerti, nonché amico fraterno da decenni, Alessio che mi ha fornito lo spunto per iniziare lo scritto; quindi parte del merito o del demerito vanno a lui.
Saluto N°2: a Marco, conosciuto sul sito come Lewis Tollani, che per insuperabili problemi di trasloco, mannaggia a te!!!, non ha potuto presenziare. Come mi hai ricordato e raccomandato ho tenuto i gomiti ben alti nella battaglia finale sotto il palco.
Saluto N°3: a Silas Lang...e tu sai perché fratello!!! Durante "Unsung" ho chiuso gli occhi e le mie forze si sono improvvisamente raddoppiate: tu eri con me a darmi manforte e sgomitare come tanti, ma tanti anni fa a Bologna....Sospirone brividoso...
Ad Maiora.
P.S. Ero talmente "sballato" e confuso nell'incontro con Page che mi sono dimenticato di fargli vedere la maglietta dei Primus, che indosso da vent'anni ad ogni concerto: a questo punto non so se gli piacciono!!! Sarà per un altra volta, promesso.
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