Qualche linea di febbre al risveglio, credo dovuto al vaccino fatto l'altroieri. Niente montagne oggi e nemmeno domani, devo riposare.
Mi aiutano Page Hamilton e gli Helmet a rendere questa fredda mattinata meno opprimente; le mie donne dormono ancora. Posso sconvolgermi con le note dissonanti di questo breve ma intensissimo EP.
Mengede è uscito dal gruppo. Al suo posto Rob Echeverria alla seconda chitarra. Poco o nulla cambia nel muro sonoro che i quattro costruiscono.
Due brani in studio più cinque canzoni live.
Rispetto ai primi due album si nota un maggiore controllo, un equilibrio dinamico nella distorsione creata dagli strumenti.
Ma stiamo parlando comunque di una band ancora incazzata, inquadrata, diretta, sfiancante.
Copertina floreale, bucolica...ma il suono è "Helmetiano" in toto.
Wilma's Rainbow inaugura il bombardamento. Voce sciamanica, chitarre stoppate il giusto; sezione ritmica "bituminosa". Finale in levare che tutto asfalta (appunto).
Decisamente spiazzante Sam Hell: Country-Noise in poco più di due minuti. Come dei Gun Club strafatti che suonano in una sordida e buia cantina di New Orleans.
Dal vivo non hanno rivali: una macchina infernale, pestosa, pastosa. La batteria di Stanier detta ritmiche sincopate...e gli altri tre lo seguono con inaudita ferocia esecutiva.
In the Meantime ha il compito di chiudere le danze...e le mazzate sotto il palco...
Ad Maiora.
Carico i commenti... con calma