Funk.

Basterebbe una sola parola per definire questo album, ma ciò renderebbe la recensione scarna e poco intrigante. Bene cominciamo, la prima traccia che incontriamo è “Chameleon” un funk puro costruito su un basso incalzante, una batteria nervosa, una chitarra leggera, quasi sussurrata, la tastiera ritmata con wah e infine i fiati a disegnare un tema coinvolgente.

A seguire troviamo “Watermelon Man” dall’atmosfera più distesa e con un gusto delicato, meno movimentata della precedente, che conserva però un ritmo ben marcato. La terza composizione è “Sly” divisa in quattro sezioni: nella prima Hancock ci accompagna in un viaggio in un luogo fantastico, armonioso per poi risvegliarci di soprassalto con la seconda sezione animata da un sax indiavolato e da una ritmica jazz/tribale. La terza riprende lo stile della seconda e lascia spazio ad un elegante assolo di tastiera che si chiude con il tema iniziale della canzone, lasciandoci con un dolce sapore. La quarta e ultima traccia “Vein Melter” si apre con una melodia rarefatta che lentamente cresce di intensità, fino a portarci con la mente in un ambiente immaginario, dove a farti sognare sono gli strumenti.

Eccezionale.


  • Larrok
    21 ago 06
    Recensione: Opera:
    Questo è jazz-funk coi contro-cazzi! Provate ad ascoltare "chamaleon" mentre guidate e ditemi se non vi sentite un po' "Starsky & Hutch".
  • Bardamù
    21 ago 06
    Recensione: Opera:
    Nato dopo i suggestivi ma commercialmente infruttuosi dischi del periodo Mwandishi (almeno il sovrannaturale Mwandishi da avere), Herbie confeziona questa splendida opera funky-jazz. Pur facendo storcere il naso a molti puristi del jazz più classico, leggasi Polillo, riuscirà con questa opera a centrare ottime vendite e ottima musica. Con il successivo Thrust ci riproverà, forse con risultati più alterni.
  • Uno
    21 ago 06
    Recensione: Opera:
    Sarebbe stata molto più intrigante se ti fossi limitato alla prima parola. Comunque il disco me lo procurerò.
  • charley
    21 ago 06
    Recensione: Opera:
    Recensione asciutta, fin troppo, ma comunque intrigante. Disco da tempo in wishlist.
  • Recensione: Opera:
    C'è poco da dire, Headhunters è un caposaldo dell'electro funk, una gran bella lezione per tastieristi e non solo, un turbine di poliritmie da far saltare sulla sedia.
  • morningstar
    21 ago 06
    Recensione: Opera:
    questo e' proprio un gran disco in effetti, e a me non me ne frega un cazzo di quello che scrive il polillo, un gran rincoglionito quello li....
  • Stinger
    22 ago 06
    Recensione: Opera:
    è notte e sono molto stanco, la rece non faccio in tempo a leggerla un 5 a questo monumento del jazz funk lo devo mettere per forza! L'ho consumato 'sto disco...aaaahhh che bello!
  • Mr. Green Genes
    22 ago 06
    Recensione: Opera:
    Splendido e irrefrenabile disco dell'Hancock più funky un gioiello.
  • ZiOn
    6 dic 06
    Recensione: Opera:
    Uno dei lavori in assoluto più intensi e riusciti di mr. Hancock.. C'è ancora un gusto abbastanza vario negli arrangiamenti, comunque, mentre in lavori successivi ci sarà una netta virata verso il "Gritty-Funk", come in "Man-Child".. Rece un pò striminzita, ma in ogni caso efficace..
  • Troccolo
    3 apr 07
    Recensione: Opera:
    Bel disco. Lo sto ascoltando ora, dopo aver rischiato di vomitare sentendo "Sunlight"... oddio, già la copertina non diceva nulla di buono!!
  • SweetSacrifice
    27 ago 07
    Recensione: Opera:
    come si può non dare 5?
  • red
    18 gen 08
    Recensione: Opera:
    Disco grandioso. Recensione stringata ma efficace. Mai come in questo caso sarebbe stato doveroso citare l'anno di realizzazione dell'album (1973). Sono sonorità ancora oggi d'avanguardia.
  • xyz
    20 apr 08
    Recensione: Opera:
    Capolavoro!
  • the_ghetto
    23 lug 08
    Recensione: Opera:
    pa-pa-pa-pa pa pa pa-pa-pa-pa pa pa
  • Yosif
    29 gen 09
    Recensione: Opera:
    capolavoro indiscusso. herbie n.1
  • Formarc
    23 mag 14
    Recensione: Opera:
    No,ragazzi,non ci siamo; non per me,assolutamente. Non lo voto per rispetto verso il monumentale Herbie, ma che delusione tremenda! Premetto che è da qualche anno che mi sono scoperto appassionato di jazz ed ormai da tempo sto cercando di costruirmi una vasta libreria del settore,con la quale,partendo più o meno dagli anni 50,sto sconfinando lentamente nei 70 e nella fusion. Un disco da 5 pieno per molti,per alcuni forse da 4, ed allora giù a comprarlo,a scartarlo,ad aspettarlo ed a desiderarlo come tutti gli album presi sinora,ma poi la tremenda delusione! Ma cos'è? Non saprei nemmeno definirlo,non è sicuramente jazz,forse nemmeno fusion o jazz rock come dicono alcuni,non è techno,non è new age,non è etnica... Per me è solo un miscuglio di suoni! Non me ne frega che sia di Hancock,il grande e divino Hancock che ho divinizzato per come suona nell'Olimpo,il secondo olimpo di Miles Davis. Non può essere lo stesso Hancock di Maiden voyage,no! Questo al massimo ricorda il maiden voyage del Wasa,la nave svedese che si inabissò nel suo viaggio inaugurale. E per me quest'album così fa,si inabissa dopo il primo ascolto,non credo che gli darò più possibilità. E pensare che quando acquistai In a silent way di Miles ebbi paura di non apprezzarlo,cosa che ancora non mi ha fatto acquistare Bitches Brew,ma ogni paragone e' altamente improponibile! Quella è la fusion a cui magari al massimo riesco ad arrivare io... Ed anzi,in a silent way lo ascolto sempre molto volentieri! Guardate,davvero delusissimo. Mi sembra di ascoltare le musiche di inseguimento dei Chips,ve li ricordate? Ideale per Poncherello e collega,ma non per un appassionato di jazz. Ora fatemi pure a pezzi! :)
  • Formarc
    1 giu 14
    Recensione: Opera:
    Ok,ho deciso alla fine di dargli una seconda chance ascoltandolo diverse volte dopo la prima arrabbiatura... Devo dire che alla fine,a parte qualche effetto da sintetizzatore troppo "finto" per i miei gusti,il disco tutto sommato e' ascoltabile. Mi resta ancora difficile credere che sia farina del sacco dello stesso Hancock che suonava con Miles,ma di sicuro non è proprio pessimo come avevo pensato al primo ascolto. Solo che insisto nel dire che io non lo etichetterei come jazz,ne' tantomeno lo piazzerei tra gli album che ne hanno fatto la storia...

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