Aprile 2010: nuovo ritorno sulle scene per gli Hole, la band della vedova più chiaccherata del rock (odiata e amata), "Nobody's Daughter" esce dopo ben dodici anni dall'ultimo progetto a nome Hole intitolato "Celebrity Skin" e un dimenticabilissimo album solista di Courtney Love nel 2004, anche a detta della stessa frontwoman "un disastro".
Il disco viene anticipato dal primo singolo "Skinny little bitch" che fa assaporare atmosfere alla "Live through this" (il successo del 1994) ma tecnicamente più curato, non originalissimo ma un buon pezzo rock. La nuova formazione degli Hole comprende solo Courtney Love dei membri originari, il resto della line-up è completamente rinnovato e non vede neanche la partecipazione del chitarrista e co-fondatore della band Eric Erlandson (a quanto pare nenache interpellato dalla Love) i neo componenti sono: Micko Larkin, Shawn Dailey e Stuart Fisher. L'album sarebbe più da considerare come un progetto a due, dato che l'unico Hole che ha partecipato creativamente al lavoro è Micko Larkin, nuovo chitarrista e co-produttore di "Nobody's Daughter". Le atmosfere e i suoni continuano ciò che era stato detto con "Celebrity Skin" ma in modo più maturo, trovo sia un disco più adulto e meno patinato seppur sempre di facile presa. Non a caso alla produzione troviamo di nuovo il fidato Micheal Beinhorn, e dietro una manciata di brani l'amico di vecchia data Billy Corgan e Linda Perry. Personalmente i mie pezzi preferiti sono più quelli scritti dal duo Love-Larkin piuttosto che quelli in cui c'è la mano di Corgan.
Non un capolavoro, e neache un successo quanto i suoi predecessori colpa anche di una promozione altalenante infatti non è stato girato alcun videoclip, ma undici tracce che si lasciano ascoltare e che sanno coinvolgere, la voce di Courtney seppur invecchiata e appesantita dal tempo e dagli stravizi suona sempre calda e avvolgente ora più che mai come una Marianne Faithfull in chiave rock. La title track ha un suono epico, come detto da molti è la "Gold Dust Woman" di questi nuovi Hole, immediatamente spicca "Skinny little bitch" tra gli altri brani emergono la balllatona californiana "Pacific Coast Highway","Samantha", la perla pop rock "Someone else's bed" sembra un brano britpop liberato da un ritornello urlato, la soffice "For once in your life" ugualmente di sapore brit e poi uno dei brani più belli scritto con Linda Perry "Letter to god". Altra menzione va anche alle sucessive "Loser dust" e "How dirty girls get clean" sound robusto e grintoso e sopratutto quest'ultima che ricorda Bob Dylan. Ottima produzione e testi molto belli, ma dopo tutto questo tempo l'album avrebbe potuto contenere più materiale visti i demo che erano in circolazione in rete (che erano destinati ad un secondo album solista di Courtney sviluppato poi in questo "Nobody's Daughter"). Un peccato che brani come "Car crash", "Sunset Marquis" e "Happy ending story" ridotta a una b-side, siano stati tagliati fuori, avrebbero reso più interessante il risultato finale.
Oggettivamente rimane un buon disco che aiutato da una maggiore promozione sarebbe stato apprezzato e conosciuto di più.
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Altre recensioni
Di Psychopoison
«Nel sud della Francia partorii quella spazzatura, di quel disco non mi piace nè il concept, nè la musica nè la grafica!»
«Un perfetto incontro tra melodie retrò, atmosfere da classico repertorio Hole e una voce ritrovata e in parte resa ancora più intensa dal tempo.»