Premettendo che gli Howlin Rain sono una creatura di Ethan Miller, non si può negare che l'apporto del signor Rick Rubin, nel loro terzo disco, sia la chiave per capire questo concentrato di hard-southern rock. Anche se i quasi 4 anni di gestazione hanno rallentato non poco la promozione, l'esperto produttore, vero deux ex machina, piazzando il suo protetto Tim Green alla console, impreziosisce il sound e arricchisce gli arrangiamenti della band californiana autrice di tutte le musiche.

Il sound robusto è la prima cosa che sottolinea il quintetto californiano, si parte con "Self Made Man", arpeggio alla Led Zeppelin in apertura per poi passare al più schietto hard rock proprio come il dirigibile amava fare. Ethan, autore di tutti i testi, urla subito come ci debba comportare: bisogna farsi da soli! Come lui, che passando dalla sperimentazione con i Comets On Fire arriva al più passionale e "semplice" rock anni settanta. Il ritornello funziona (prima dritta della produzione), poi si passa ad un bridge molto delicato quasi funky, sicuramente accativante, per poi ripartire. Costruita su questo gioco la canzone continua rendendosi una "Ouverture" per il resto dell'album.

"Phantom In The Valley" porta avanti l'omaggio ai seventies, adesso si cammina sul bordo dell'abisso, sempre molto suadente il barbuto cantante, sempre più roboante l'accompagnamento, anche un hammond d'annata entra in gioco (John Lord se la sta gustando dall'alto questa cavalcata come solo lui sapeva fare) per accompagnarci alla corte di Carlos Santana. Un cambio di tempo e il pezzo sembra suonato da dei mariachi con tanto di solo di tromba finale. 

Alla fiera dei ricordi non poteva mancare la Stax con tutto il suo bagaglio rhythm'n'blues. "Can't Satisfy Me Now" in sei minuti condensa tutto il sound di Memphis, ora il piano è quello di rilassarsi. Ancora la produzione mette lo zampino impreziosendo la struttura, mentre Ethan prova a lasciarsi andare con tanta passione degna del compianto Otis Redding. Fuori dai soliti schemi, poi, un meraviglioso assolo in chiusura!

"Cherokee Werewolf" comincia molto triste con questi graffi di chitarra ma la disperazione dell'umanità persa per questo licantropo, innondata dalla dolcezza della melodia, si contrappone alla ricerca della redenzione e l'amore alla fine viene ritrovato, solo che divorato dai vermi. Ironico no? 

"Strange Thunder" ti inganna: quasi una preghiera, la traccia più lunga dell'album si trasforma in un'altra cavalcata che ti inchioda. Tutto molto unplugged all'inizio, tutto molto progressive alla fine. Non un gran pezzo, forse un po' allungato, ma dal vivo farà la sua porca figura.

Piccolo stacchetto "Plex Reception", per introdurre un'altra gemma del disco: "Dark Side". Qua l'ombra della Stax torna a fare capolino e Green (o Rubin) con essa, i fraseggi tra chitarra ed organo sono deliziosi, i cambi molto accurati ed gli assoli introducono sempre un cantato sentito, e di notevole talento aggiungerei. Anche qui un cambio di tempo finale ma adesso sembrano la prima E-Street Band, con un altro frontman certo, ma di divertimento uguale.

"Beneth Wild Wing" sposta tutta l'atmosfera avvicinandoci ai Velvet Underground, con quell'aria sbarazzina propria di una "Sunday Morning". 

"Collage", cover della James Gang, scritta da Patrick Cullie e Joe Walsh. Molto simile all'originale fa capire ancora di più le influenze degli Howlin Rain, un esempio delle loro radici musicali.

Arriviamo ai "titoli di coda": Walking Through Stone chiude il cerchio con "Self Made Man", ancora i Led Zeppelin nella struttura ma con tutti i ricami melodici rhythm'n'blues. 

In realtà c'è ancora un pezzo nel cd "...Still Walking, Still Stone". Strano pezzo, l'unico strumentale, più jazz: batteria in continuo contro tempo, passaggi sincopati, organo più in risalto a fraseggiare con una chitarra acidissima. Poi il richiamo nel titolo al brano precedente crea la giusta coda anche all'intero album.

In conclusione sono molto attratto da questo disco. Continuo a farlo ascoltare agli amici per capire se è veramente bello o se semplicemente tocca tutte le corde giuste dei miei gusti. La funzione di Rick Rubin non è da sottovalutare, ma anche ascoltando i precedenti lavori, gli Howlin Rain o semplicemente il loro leader hanno talento e quell'aria grezza da considerarsi degli onesti lavoratori di rock.

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