"This is dog shit!" Chester Arthur Brunett a.k.a Howlin'Wolf
E il 1969 è il blues, dimenticato da anni, è tornato a essere di moda. Le nuove generazioni di Hendrix, Clapton e simili guardano con rispetto gli ormai attempati maestri del blues.
I fratelli Chess sentendo odore di denaro decide di rilanciare due leggende storicamente affiliate alla loro casa discografica, Howlin Wolf e Muddy Waters, con due progetti paralleli.L'obbiettivo è quello di modernizzare il sound dei due rendendolo più psichedelico e adatto alle nuove generazioni.
Be' sulle canzoni non c'è molto da dire sono tutte grandi classici del bluesman arrangiati in chiave moderna, suonate e cantate ,ovviamente, in modo perfetto da Wolf che cogli anni non ha perso per niente la sua peculiare voce ma senza quella loro originale atmosfera blues così caratterizante.
Inoltre anche le vendite tanto ambite dalla casa discografica fallirono e l'album si fermo alla posizione 69 in classifica oltre a un cattiva risposta della critica.
Insomma potrebbe essere un buon disco ma non è un disco di Howlin'Wolf anche se la copertina dice così.
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Altre recensioni
Di N.I.B.II.O
È blues d’altissima scuola, l’interpretazione di un Howlin’ Wolf in stato di grazia luciferina a fare la differenza.
Tutti messi in ombra dal carisma e dalla grandezza di un Howlin Wolf già con problemi di salute.
Di nix
"Quando alla consolle Norman Dayron sentì una fantastica 'Red Rooster' decollare come un jet di linea sulla pista, si fece dare una sigaretta dal tecnico audio, l'accese e fece due profonde boccate."
"No amico, vogliamo solo entrare nello spirito giusto" – la frase di Eric Clapton che sciolse l'orgoglio del vecchio Howlin' Wolf.