La policromia del suono è sempre utile per arricchire e dare maggiori sfumature al tessuto musicale, in un contesto in cui per altro c'è sovrabbondanza di offerta di certi generi giuovani: devono averlo capito anche gli I Am Ghost, che nonostante non verranno ricordati ai posteri per aver rivoluzionato la musica, hanno un approccio alla materia del post-hardcore/emocore un tantino più fresco della media.

"Lovers' Requiem" è il primo disco d'esordio dei Californiani, dopo l'ep "We're Always Searching" di un anno precedente. Non sorprende tuttavia, al pari di tanti altri loro colleghi, che si tratti di band di nuova costituzione, con un passato discografico pressochè recentissimo.

Prodotto dalla Epitath (ma non era la casa dell'hardcore melodico? Adesso sembra essersi aggiornata ai nuovi trend a vedere dal catalogo..), l'opera si compone di 12 tracce (10 escludendo l'intro e l'intermission semi-strumentale decadente di "The Denoument"), in cui stili e influenze diverse si mescolano e vengono a contatto.

Ove una matrice a base di hardcore incontra strutture, assoli e riff metallici, contorniati da atmosfere gotiche e dove il dolce suono di un violino e l'altenanza di due voci, una maschile predominante a cura di Steven Juliano e l'altra femminile (curata da Kerith Telestai), portano le ultime pennellate al quadro.

E' proprio il violino suonato da Kerith la chiave di svolta del sound, apportando trame epiche e nuovi colori alla tavolozza generale. Invece le backing vocals e l'uso temporaneo delle tastiere sono affidate a Brian Telestai.

Quello che si sicuramente colpisce negli I Am Ghost è proprio la ricerca di atmosfere a volte sacre, a volte più oscure, senza tuttavia mai scivolare in melensi motivetti gothic-rock o ruffiniate alla AFI, ma anzi mantenendo un certo bilanciamento tra i vari pesi.

Nonostante ci sia qualche calo di tensione inevitabile, da "Lovers' Requiem" esce fuori un songwriting abbastanza multiforme e ispirato e i cinque dimostrano avere più di un formato canzone a loro disposizione come certificano il singolo "Our Friends Lazarus Sleeps" e "Pretty People, Never Lie", migliori episodi sia per qualità, sia ottimo biglietto da visita della band.

Diretta e aggressiva con forti tinte hardcore new school, su cui si innesta un chorus irreprensibile la prima, anche se poco incline a scoprire tutti i colori del IAG-sound, in quanto le ritmiche ultra-veloci di questa composizione, verranno poi usate col contagoccie lungo il percorso.

Mentre "Pretty People, Never Lie" ha possibilmente una struttura ancor più ispirata, nonché centro focale del platter, dove su una struttura maggiormente metallica, fanno capolino sfumature gotiche in un lungo ponte a metà canzone, affidato all'angelica voce di Kerith, prima che un veloce break urlato e un assolo distorto riportino al motivo iniziale.

Altro viaggio nel mondo enigmatico dei fantasmi sono "We're Always Searching" con il suo refrain più spensierato (ripescata dall'ep) e la più melodica "Killers Like Candy", che in un colpo solo lascia intendere i temi delle canzoni, riportando altresì in auge quella atmosfera epica.

Meritano una citazione anche la ballad "This Is Home" in cui stavola è la voce femminile a prendere il sopravvento e la mini-suite finale "Beyond The Hourglass" che si conclude in maniera sfarzosa tra soli di chitarra, parentesi soliste di violino e i bei cori lirici e solenni in latino, che chiudono un'opera dagli esiti certamente positivi.

Infine, ad onor di cronaca va detto, che dopo questo lavoro, il combo subirà pesanti cambiamenti nella line-up, che porteranno fuori dalla band per divergenze i due coniugi Telestai e, successivamente, con mezza formazione cambiata, a registrare il secondo disco, poi uscito sul finire del 2008.

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