''…Noi Fichissimi non suoneremo oggi e non suoneremo più. Se del punk ti interessa solo la musica puoi guardarti MTV, comprarti i dischi da Rock & Folk o da Zapping e cacciare fuori trentamila lire per il gruppo punk in concerto. Di noi non hai bisogno, anzi noi non ti vogliamo. I Fichissimi non erano qui per portare il loro messaggio a più persone possibili. Non erano qui per intrattenere nessuno, non siamo profeti e nemmeno musicisti. [...] I Fichissimi non vogliono più preparare prodotti da far smerciare ad infami e riviste musicali alternative. Troppi tra voi hanno comprato il nostro disco come un qualunque altro prodotto, senza capire che prodotto non voleva e non doveva essere. C’è stato anche chi alla fine dei concerti ci ha chiesto autografi, ci ha chiesto se poteva avere in regalo un plettro usato da noi, o un foglio di carta con sopra una scaletta (reliquie? Io non ho parole). C’è stato chi ha venduto la prima stampa del nostro 7" a venti carte a qualche collezionista. C’è stato chi si è stupito quando gli abbiamo detto che al Rototom, alla Dracma e nelle discoteche alternative non avremmo suonato, anche se l’ingresso sarebbe costato cinquemila come in un posto occupato. [...] La prossima volta andate al Leoncavallo o al Gabrio , tanto la birra costa poco pure là. Questa sera non vi siete divertiti, non avete consumato i pochi attimi di libertà che avevate come volevate, avete sprecato il vostro tempo libero. E domani torneremo tutti alla nostra vita di merda. Che tristezza, vero?''

E' praticamente impossibile parlare dei Fichissimi senza citare il celeberrimo comunicato con cui annunciarono il ritiro dalla scena, dopo soli tre anni di intensa attività. E in effetti la recensione avrebbe potuto benissimo iniziare e finire con le loro stesse parole, senza aggiungere altro, perchè l'anima dei Fichissimi, la loro filosofia, e più in generale lo spirito più puro e incontaminato del punk tutto si trova tutto nelle righe qua sopra.
La grandezza di "Un mondo fichissimo" va contestualizzata nel periodo in cui esce. E' il 1994, l'anno dell'esplosione del pop rock commerciale che ha l'ardire di chiamarsi punk, talmente potente che da allora fino ad oggi la maggioranza associa quella parola a Green Day e compagnia. A Torino, nel frattempo, la Scena un tempo gloriosa è in pieno declino. I Nerorgasmo si erano riformati e ri-separati appena l'anno prima; i Negazione hanno abbandonato due anni prima; Peggio Punx, Franti, Indigesti, Stinky Rats un lontano ricordo; i Kina resistevano ma non mordevano più come prima; e per quanto riguarda le nuove leve, Arturo e Frammenti all'epoca erano ancora acerbi. In questo contesto, troppo facile sarebbe stato suonare per l'ennesima volta le campane a morto per il genere, adattarsi alla corrente, accettare il punk su MTV e in discoteca e svendersi per i ragazzini. E invece no.

Perchè i Fichissimi erano puri. Punk purissimo negli intenti come nella musica, grezza elementare e irresistibile. Sei tracce conta "Un mondo fichissimo", cinque originali più la celebre cover dissacrante di "Ricominciamo" del Pappalardo, ma in seguito verrà ampliato fino a comprendere l'intera discografia del gruppo (poca altra roba, un demo e un paio di collaborazioni a compilation). In totale una dozzina di pezzi, tutti diventati dei classici. Il materiale in sè, anche preso fuori dal contesto, è oro puro: superlativo punk di scuola Ramones declinato secondo i Queers/Screeching Weasel condito da testi di rara efficacia, lontanissimi da retorica e frasi fatte:il disagio di Lisa non se ne andrà, l'ironia tagliente di Gianni è un metallaro, gli amori adolescenziali di Come un tonno e La tipa della casa occupata sono semplicemente indimenticabili. La goliardia è fine a sè stessa solo nella conclusiva Mi alleno contro il muro, nelle altre canzoni è solo veicolo di storie e concetti più adulti, mai banali. Fra le bonus track vorrei segnalare almeno la meravigliosa presa per il culo di Noi facciamo solo cover, che denuncia ancora una volta la mercificazione della musica ai danni dei contenuti.
Quando si parla di integrità, il primo nome a venire in mente è quello dei Fugazi, che mai si sono svenduti, ma sono del parere che i torinesi dovrebbero essere ricordati con altrettanta stima, perchè erano due facce della stessa attitudine: i Fugazi hanno tirato avanti per anni senza cedere, i Fichissimi hanno preferito suicidarsi non appena hanno fiutato un minimo di successo, e successivo pericolo di commercializzazione. Nel loro breve tempo, eppure, sono riusciti a lasciarci una vera e propria pietra miliare.

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