Ianva è un progetto particolare e fuori dagli schemi nel panorama musicale italiano. Il gruppo genovese di Mercy (Malombra, Il Segno del Comando, Helden Rune) si è subito caratterizzato per un approccio che coniugava certa estetica cara all’immaginario neo-folk e marziale (Laibach, Death in June) con un’attenzione particolare alla gloriosa tradizione della musica italiana: non mancano riferimenti a Fabrizio De André, Piero Ciampi, Luigi Tenco ma anche alle mitiche colonne sonore di Ennio Morricone e Franco Micalizzi e al prog italiano degli anni’70. Dopo l’EP “La ballata dell’ardito” del 2005 e lo splendido “Disobbedisco!” (2006), grandioso affresco dedicato all’utopia Dannunziana di Fiume è stata poi la volta di “Italia: Ultimo atto”, impietosa diagnosi della storia e dei misteri italiani dal dopoguerra in poi. Non completamentea fuoco è stato il successivo “La Mano di gloria” (2012), troppo prolisso e poco digeribile anche se andrebbe sottolineato che, per comprenderne appieno il significato, andrebbe letto il cofanetto in 3 volumi pubblicato successivamente da Renato “Mercy” Carpaneto.

Da citare anche l’EP del 2006 “L’Occidente” a cui si riallaccia, in qualche modo, il nuovo “Canone Europeo”. Musicalmente siamo sempre dalle parti di un fiero e epico folk e rock marziale. In questo senso l’anthem “Hellas” si riallaccia alla gloriosa Tradizione del nostro continente ed è un inno accorato alla radici classiche della Grecia. La successiva “Come ferro battente”, un travolgente rock marziale, è un vero e proprio manifesto contro la volgarità attuale: il testo è vicino per sensibilità a quello del grande Junger, l’autore de “Le tempeste d’acciaio” e di “Il ribelle”. Siamo di fronte, in ogni caso, ad un disco complesso e ricco di significati e rimandi: il riferimento al grande Michele Mari – a mio avviso il più grande scrittore italiano in questo momento - e al suo “Tutto il ferro della Torre Eiffel” – in “L’alba delle ceneri” in cui si parla dei numerosi artisti e scrittori suicidi che hanno costellato la nostra storia, non fa che confermare la lungimiranza di Ianva. La voce dell’immancabile Stefania D’Alterio è protagonista nella toccante “Resurgente”, pezzo che rievoca le Cinque Giornate di Milano. In “Canone Europeo” troviamo Enrico Ruggeri ospite alla voce che duetta con Mercy. In “Le Rital” si parla invece del mitico Vincenzo Peruggia e del suo clamoroso e mitico furto della Gioconda al Louvre nel 1911, un gesto estetico a suo modo leggendario. In “Rombo di giovane ala” si narra del volo di Gabriele D’Annunzio su Vienna, rievocazione di un periodo storico in cui si voleva sconvolgere l’ordine delle cose.

“Canone Europeo” è un disco di spessore che conferma gli Ianva come gli alfieri e i cantori della decadenza della civiltà europea.

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