Cristian Raimondi è realmente un personaggio fuori dagli schemi: di lui non sapevo niente fino a quando sono incappato nel nuovo disco de Il Segno del Comando intitolato “L’Incanto dello Zero”. Il Segno del Comando è un gruppo ormai di culto: il suo leader, il bassista Diego Banchero – lungo tutta la sua carriera – ha intrapreso un percorso filosofico ed esoterico che lo ha portato a interessarsi soprattutto all’opera del grande Gustav Meyrink. Allo scrittore austriaco ha dedicato ben 2 dischi ovvero “Der Golem”, tratto dall’omonimo romanzo capolavoro, e “Il Volto Verde”. Evidentemente Banchero ha trovato nell’opera di Raimondi dei significati occulti e mistici con cui ha trovato delle affinità. Incuriosito mi sono documentato sul personaggio: a parte un’intervista in rete esiste solo la sua pagina facebook dove Raimondi scrive quelli che lui definisce “i suoi deliri”. Non si definisce uno scrittore ma dice di scrivere sotto dettatura di una Voce interiore che potrebbe essere Dio. Il romanzo di Raimondi si chiama “Lo Zero Incantatore” e si può richiedere all’autore o allo stesso Diego Banchero. Dal punto di vista musicale devo dire che il nuovo disco de Il Segno del Comando sembra meglio assemblato rispetto alle ultime prove: forse il fatto di avere finalmente un gruppo stabile ha contribuito alla riuscita di un’opera in cui, accanto ai soliti Goblin e Balletto di Bronzo, possiamo sentire anche influenze “heavy” di Black Sabbath e Blue Oyster Cult. La voce del nuovo cantante Riccardo Morello è molto potente ed espressiva e il sound, nel complesso, è molto suggestivo. Posso dire tranquillamente che, assieme all’esordio, questo “L’Incanto dello Zero” è il migliore disco de Il Segno del Comando. I deliri di Cristian Raimondi si possono leggere sulla sua pagina facebook a questo link: https://www.facebook.com/huor.veneanar.

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