Il Tempio delle Clessidre, a mio avviso uno dei migliori gruppi dell’attuale panorama progressive italiano, pubblica il terzo disco intitolata “Il-Lūdĕre”, gioco di parole che e’ una fusione dei termini “gioco” e” illusione”. Il primo disco del Tempio, devo ammetterlo, e’ ancora oggi il mio preferito: sembrava di ascoltare il Museo Rosenbach e faceva rivivere la magia di un capolavoro come “Zarathustra”. Il cantante all’epoca era, non a caso, il mitico Stefano “Lupo” Galifi e lo stesso gruppo genovese era nato come cover band del Museo di cui riproponeva dal vivo proprio “Zarathustra”. Il successivo “Alienatura” ha visto la fuoriuscita di Galifi, rientrato nel frattempo nel riformato Museo, sostituito dal bravo Francesco Ciapica, dotato di un timbro vocale simile al suo illustre predecessore. “Alienatura” non mancava di buoni spunti ma, in alcuni momenti, risultava prolisso e non sempre ben calibrato e a fuoco nonostante il grande talento della tastierista Elisa Montaldo.
“Il-Lūdĕre” vede la presenza di Mattias Olsson alla batteria e alle tastiere, nome non certo sconosciuto in ambito prog avendo suonato con gruppi del calibro di Anglagard e White Willow, oltre ai soliti Fabio Gremo al basso e alla chitarra acustica, Giulio Canepa alla chitarra elettrica, Francesco Ciapica alla voce ed Elisa Montaldo alle tastiere. Le sonorita’ sono quelle classiche del Tempio ma, rispetto ad “Alienatura”, c’e’ un ritorno alle atmosfere del primo disco con una grande attenzione verso la melodia. Tutti i membri del Tempio si ritagliano il loro spazio di scrittura, un po’ come fecero gli Yes in “Fragile”, e la qualita’ media delle composizioni e’ di ottimo livello. Dopo il breve intermezzo strumentale di “Le regole del gioco”, la seguente “La parola magica” e’ un grande pezzo irresistibile e trascinante. “Come nelle favole” e’ invece un’epica cavalcata hard-prog in odore di Rainbow scritta da Fabio Gremo: niente di sorpredente in realta’: li ho visti dal vivo suonare una cover dei Deep Purple. Fra gli altri pezzi segnalo “Dentro la mia mente”, il singolo “Spettro del palco”, un brano onirico e surreale, l’eterea “Manitou”, molto d’atmosfera con le percussioni di Mattias Olsson in evidenza e la lunga “La Spirale Del Vento”, ariosa e ricca di colori cangianti.
“Il-Lūdĕre” conferma tutto il valore del Tempio delle Clessidre e lo consiglio caldamente agli amanti del prog italico dei ’70 e non solo.
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