Agghiastru è un grande. Prima ci sconvolge tutti con lo strambo folk del suo debut-cd solista ‘Incantu' e poi, a distanza di pochi mesi, ti piazza un doppio album di Inchiuvatu e una Cd-Compilation della sua scena mediterranea, con tutte canzoni inedite.

Ora... di trovare recensioni di ‘Miseria', questo il titolo del quarto lavoro Inch, manco a pagarle oro, e questo perchè i signori siculi hanno volutamente snobbato tutti gli organi d'informazione, sia essi cartacei che internettiani, forti di uno zoccolo duro di fan, che puntualmente seguendo i loro siti, non hanno bisogno di ulteriori informazioni. Io stesso rimasi folgorato nel trovare su uno scaffale in un negozio un cd con una trinacria stampata che lacrimava sangue. L'album è un doppio, registrato in due momenti diversi. Il primo nel 2007 e l'altro nel 2008. Il suono è il migliore mai avuto, e le canzoni scorrono l'una dopo l'altra con una fluidità mai raggiunta prima.

Musicalmente parlando si tratta del "solito" black/death in salsa sicula, pieno di ritmi tirati, stop ‘n go e tarantelle macabre. Atmosfere sempre da brivido che rievocano i teatrini oscuri di una Sicilia perduta nella memoria di Agghiastru, e che immancabilmente arriva a noi sotto forma di pura arte musicale. Alcuni pezzi da segnalare sono la suite "Maravigghia", con influenze prog care all'altro progetto delle scena mediterranea ‘La Caruta di li Dei', e anche "Schiuvatu", che riprende dall'ultimo riff della canzone "Inchiuvatu" contenuta nel mitico "Addisiu". Ecco, la particolarità di questo nuovo lavoro sta proprio nel trovare in alcune canzoni il proseguo di alcune vecchie glorie... come a voler chiudere il cerchio. E' anche il caso di "Impura - Ave Matri parte III" o "Nenia II". Divertentissima invece, e ai limiti del plagio ai Deicide, (infatti mi ricorda anche qui un altro progetto mediterraneo death, gli Astimi), sempre nel secondo album, "Pecura Niura" una critica ai metallari che per quanto si sentano alternativi alla fine fanno pur sempre parte di un sistema più che omologante, come il metal estremo. Bellissima e marcissima la ‘canzone d'amore' "Avia". Il piano malato che sembra un carillon e tante voci in falsetto o donne, non ho capito, che recitano cantilene da incubo.

L'ultima cosa è che i dischi sono stati suonati e prodotti, com'è ormai consuetudine nella scena mediterranea, da Agghiastru e Rosario Badalamenti.

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