E giunto il momento anche per gli Incubus di tirare un riga e fare il totale di quanto fatto sin'ora, alla luce di sei prove in studio e a diciotto anni dalla loro costituzione.
Carriera ormai corposa, da celebrare con questo "Monument And Melodies", succoso "best of" diviso in due dischi distinti ("Monuments", che contiene i singoli più significativi della band, e "Melodies", minestrone composto da inediti, b-sides, covers e riletture di vecchi pezzi).
Carriera piuttosto discussa, quella degli statunitensi capitanati dal "belloccione" Brandon Boyd: partiti proponendo un'esplosiva mistura tra funk, rapcore, metal ed alternative rock (ovviamente da non perdere il capolavoro "S. C. I. E. N. C. E."), si sono pian piano avvicinati a sonorità "fm rock" prima (vedi "Morning View", contenente la controversa e famosissima "Are You In?"), per poi tornare ad un rock piuttosto grezzo e privo di orpelli venato di grunge (lo splendido "A Crow Left Of The Murder", forse la loro seconda miglior prova) e strizzare l'occhio all'alternative rock nell'ultima prova in studio "Light Grenades" (anno 2006). Piccolo particolare: nonostante i tanti (e discussi, da critica e pubblico) cambi di stile e di influenze, il marchio a fuoco Incubus è ben impresso in tutte le prove della band, intrise di un'altissima qualità di scrittura e di una bravura interpretativa mostruosa di Boyd, vero perno attorno al quale ruota la proposta musicale della band.
Due gli inediti assoluti presenti nel disco uno, entrambi prodotti dal fido Brendan O'Brien: il primo, "Black Heart Inertia", è anche il primo singolo estratto (un pop rock gradevole ma non di certo fondamentale, i ragazzi in materia hanno espresso di meglio - "Agoraphobia", ad esempio), mentre il secondo, "Midnight Swim", è una bella sferzata di energia rock posta giusto in chiusura del primo cd.
Nel mezzo, una serie di grandi pezzi da impallidire, che vanno da immancabili classici "Drive", "Wish You Were Here", "Megalomaniac", "Are You In?" e "Love Hurts" a ottime cose magari meno popolari ma sicuramente valide (la perfezione melodica di "Anna Molly" - forse uno dei migliori refrain partoriti dalla band -, la forza d'urto di "Stellar", il pop perfetto di "Talk Shows On Mute", senza dimenticare la superlativa "Pardon Me").
Molto più interessante soffermarsi, invece, sul contenuto del disco due, "Melodies", manna per chi ha già avuto modo di avvicinarsi con soddisfazione alla musica dei ragazzi. Si parte con il pop rock con tanto di arrangiamento di archi di "Neither Of Us Can See", assieme ad "Admiration" nella colonna sonora di "Stealth" (c'era pure "While All The Vultures Feeds", ma fu inspiegabilmente - vista la qualità del pezzo, un bel rock ricco di cambi di tempo - scartata, per essere poi "ripulita" ed immessa in questo best of). "Look Alive", bella tirata ed impostata su di un ottimo giro di basso, è ripescata pari pari dalla versione giapponese dell'ultimo "Light Grenades" (in coppia con la delicata "Punch Drunk"). "Pantomine", originariamente nel bonus cd del dvd "Alive At Red Rocks", è un pezzo prettamente "Incubus" con un azzeccato crescendo nel finale. "Anything", nata da una jam tra Einziger e Pasillas durante le sessions del plurivenduto "A Morning View", rappresenta in pieno la cifra stilistica dell'album di riferimento. "Martini", inedito dalle sessions di "Light Grenades", si allontana tantissimo dalla usuale proposta della band avvicinandosi stranamente a certe cose degli Orson. Completano l'opera un'accettabile versione acustica del vecchio capolavoro "A Certain Shade Of Green", la ballad che dà il titolo all'opera (b-side di "Megalomaniac") ed una buona cover di Prince ("Let's Go Crazy").
Tracce chiave: "Drive", "Megalomaniac", "Anna Molly", "Pardon Me", "Martini"
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