Lo vedo Brandon Boyd, quando, ragazzino, canta le canzoni dei Faith No More, cercando di fare il verso a Mike Patton. Eh si perchè "S.C.I.E.N.C.E.", il terzo disco degli Incubus (dopo gli interessanti ma forse un po' acerbi "Fungus Amongus" ed "Enjoy Incubus"), risente molto delle influenze della band californiana, soprattutto nelle parti vocali, senza mai sconfinare nella scopiazzatura, risultando un album originale ed eterogeneo che mescola metal, rock, funky, elettronica, jazz, hip-hop, drum 'n bass e chi ne ha più ne metta.
Al quartetto base voce, chitarra, basso e batteria si è aggiunto un dj, fondamentale in quest'album per la struttura e la qualità della musica, che, malauguratamente, nei dischi successivi non si rivelerà così importante. Il motivo è semplice: per dare un'impronta più commerciale alla band, DJ Lyfe verrà allontanato e questa sarà una delle ragioni che porteranno alla svolta negativa del gruppo che da "Make Yourself" (che è un buon album, per carità, ma nulla più) in poi non riuscirà più a fare dischi ai livelli del capolavoro in questione.

Il disco parte con "Redefine", che unisce positivamente riff metal, intermezzi funky, scratchate e melodia per poi esplodere in un folle finale; poi arriva "Vitamin" che possiede un ritornello bello e potente, intervallato da sterzate elettroniche e percussionistiche.
"New Skin" è una gran canzone, parte con schitarrate monotone e percussioni alla "Ratamahatta", quindi esplode velocemente in un riff metal in cui Boyd da il meglio di se e, come il Patton di "Ugly in The Morning", da sfogo a urli volti all'estremo.
"Idiot Box" possiede un grande riff, quasi a metà tra il power e il thrash, che si velocizza nel finale (sicuramente una delle mie canzoni preferite, insieme a "Nebula").
"Glass" possiede una matrice funky ed elettronica che diventa elettrica solo nell'accattivante ritornello, impreziosito dalla voce di Boyd; quindi arriva la ninna nanna drum 'n bass di "Magic Medicine" accompagnato da una voce femminile in sottofondo.
Poi c'è la veloce, potente e con quel suo riff particolare "Certain Shade Of Green" ed anche qui Boyd si diverte ad imitare Patton, lo fa con gran classe direi; "Favorite Things" è un power rock abbinato a melodia e schizzi di elettronica; "Summer Romance" è una dolce ballata funky dalla bella melodia, accompagnato da calde percussioni, un soffice piano e, nel finale, perfino da un sax.
"Nebula" è delirio puro, è difficile da descrivere, è una specie di metal-schizzo-elettro-folle-psycho-rock dove Boyd sembra interpretare quattro personaggi diversi per quattro diverse tonalità in continui e repentini stacchi di ritmo, il tutto in un'accozzaglia di generi diversi, culminato in una insana distorsione elettrica.
"Deep Inside" è un jazz-funky quasi swing con schitarrate alla Santana, intervallato da indovinati e folli cambi di ritmo che spaccano i muri.
Si arriva a toccare la pazzia anche nella conclusiva "Calgone", concentrato di suoni elettronici alienati, dolci arpeggi, lamenti angoscianti che sono solo il preludio ai riff distorti dell'autodistruzione finale, interrotta dalle voci dei nostri prima di arrivare alla ghost track infarcita di elettronica, drum 'n bass, suoni dei videogiochi, scratchate varie e piccole elettro-filastrocche.

Questo è uno di quei dischi da avere assolutamente, è il disco della maturazione degli Incubus, se li amate e non lo possedete, procuratevelo, chi non li conosce parta da questo poi solo in un secondo tempo si procuri gli altri, che non sono sicuramente al suo livello. Perchè gli Incubus sono diventati un'altra band, si sono convertiti al dio denaro, non che i successivi dischi siano brutti (perchè nonostante tutto sono sempre dei bravissimi musicisti), ma si sente che la voglia di sperimentare è finita e adesso hanno pure firmato la colonna sonora di una megaproduzione hollywoodiana da 150 milioni di dollari, il nuovo film d'azione del regista di Fast & Furious, se non è questo un altro segnale...

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