Curiosa questa storia: praticamente la storia di Saul Adamczewski con i Fat White Family si è conclusa una notte del 2015 a Parigi, mentre a pochi chilometri di distanza si consumava l'atrocità terroristica dei fatti del Bataclan. La verità è che a quel punto Saul si è semplicemente reso di avere toccato il fondo per quello che riguarda il consumo di crack e di eroina: è andato in riabilitazione, dopo quattro mesi è uscito fuori e con il vecchio amico Ben Romans-Hopcraft (Childhood) decide di mettere in piedi un nuovo progetto musicale, gli Insecure Men, improntato sul piano musicale e concettuale su una prospettiva radicalmente opposta a quella che costituiva il presupposto radicale e tipicamente punk dei Fat White Family.

I due cominciano a lavorare assieme al nuovo progetto presso il The Queens Head pub, Stockwell, storica "palestra" tanto dei Fat White Family che degli Shame; il lavoro è stato poi completato nello stato di New York (USA) presso gli studi di Sean Lennon, dove Saul aveva già lavorato alla registrazione di "Songs For Our Mothers", basandosi fondamentalmente su dei nastri registrati da solo durante l'ultimo periodo di militanza nella band (molti dei testi sono però stati scritti da Lias Kaci Saoudi dei Fat White Family). Nasce così questo primo disco del duo uscito su Fat Possum Records e che suona in una maniera inaspettata e improntato fondamentalmente a una classica psichedelia Made in UK con influenze west coast ("The Saddest Man In Penge"), vibe sintetici pop ("Teenage Toy", "I Don't Wanna Dance (With My Baby)" mescolati a interessanti arrangiamenti di fiati e certe atmosfere esotiche orientali ("Subaru Nights"...) oppure calypso ("Heatrow").

Il risultato è un disco sicuramente particolare che mette assieme sonorità vintage tipiche di un revival pop psichedelico di marca Jacco Gardner oppure Temples con un certo fatalismo romantico sintetico anni ottanta e inflessioni da cantautorato classico (quasi crooner) e visioni cinematiche più una certa "giocosità" circolare negli arrangiamenti e uso di cori "Neo Geo". Ciononosante i contenuti non sono probabilmente eccelsi o comunque originali, dove permane una certa attitudine "grattugiata" e garage che però fossi in Saul non rinnegherei e ne farei anzi una mia caratteristica peculiare. Potrebbe essere interessante vederli dal vivo: si parla di una bella formazione composta da 11 elementi, tra cui alcuni componenti o ex del giro Fat White Family, senza considerare un misterioso insegnante di musica del South London che si fa chiamare "Steely Dan" al vibrafono e la batteria.

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