Quale modo migliore per rinfrescarsi in queste torride giornate di fine giugno, se non un energico dischetto di gelido Industrial Black/Death Nucleare? Una granita?

Arrivano dalla religiosissima città polacca di Katowice gli Iperyt. Ragazzetti tranquilli (due di loro suonano anche negli Infernal War) se non fosse per le loro continue pulsioni e perversioni riguardanti guerra, bombe atomiche, olocausti e genocidi; il nome stesso Iperyt è la traslitterazione polacca del "Sulphur Mustard" o "Iprite", temibile arma chimica ampiamente usata dalla Prima Guerra Mondiale in poi. Ma veniamo al disco!

"No State Of Grace", autoprodotto e secondo disco della band, si compone di 11 tracce velocissime e violentissime vuoi per la malsana e ben programmata fulminea Drum Machine scheletro delle canzoni, vuoi per le taglienti chitarre dei tre chittarristi che compongono la band. Una sfuriata in perfetto stile Black Metal con qualche accento Death Metal (come se non bastasse) e qualche assolo non troppo cervellotico ad irrobustire il tutto. Le vocals (screams e growls) acide e prorompenti declamano attacchi personali nichilisti e assolutamente negativi che vanno a braccetto con la mole di samples e di beats gabber techno che arricchiscono il tutto, regalando alle orecchie dell'ascoltatore una mole sonora acida ed invalicabile, furiosa e martellante, che si concede però anche a strane e convulse melodie.

Il punto di forza del disco infatti è proprio questo, un violento attacco "in your face" che non ha rallentamenti, se non nelle parti in cui si enfatizzano più i samples e gli andamenti elettronici che, occhio, non sono solamente incastrati ma garantiscono un perfetto ed uniforme marasma glaciale e alla fine del disco ci troveremo proprio come il bel tizio in copertina con la maschera antigas totalmente escoriato ed ingrigito. Il clima che si respira nei tre quarti d'ora d'ascolto è proprio questo: bombardamenti, catastrofi nucleari e desolazione dovuta al fatto che la pazzia dell'uomo e la sua fame di potere hanno stravinto sull'uomo stesso e quest'ultimo non può fare altro che accettarlo. Una visione oggettiva e prettamente negativa di un mondo non tanto distante dal nostro.

Le tracce forti del disco sono la title-track, "Anti Human Hate Generator" e "The Antithesis" veramente coinvolgenti coi loro ritmi techno, "Keep Your Eyes Closed" straniante, con il suo sample ripetuto per tutta la canzone, "The Player" dotata di un efficace chorus e "Nuclear Mornings" brutale e velocissima. La produzione non brilla di pulizia, sebbene sia abbastanza fredda e combaci con lo stile della band.

Non esaltano per originalità gli Iperyt, c'è chi nel loro genere si è divertito ad esplorare ancora di più il concetto di sperimentazione electro/rumoristica in connubio con il metal estremo, ma possono contare sull'efficacia del loro devastante attacco quasi Grind che, in certe situazioni, mi ha riportato alla mente i defunti The Berzerker.

Se siete amanti di sonorità violente e claustrofobiche e amate il metal unito all'elettronica dategli un ascolto, potrebbe interessarvi; se non amate questo tipo di esperimenti statene assai alla larga, è meglio la granita!

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