Gli Iride sono un trio secco, melodico e ironico. Provengono da Napoli e sono assolutamente fuori moda. La loro musica si rifà al rock, indie e alternative, americano degli anni 80-90 con qualche spruzzata di Joy Division unità ad una tremenda passione per il cantautorato italiano (De Gregori e Gaetano su tutti).

Vendesi Gruppo, il suddetto Ep, è il frutto di quattro giorni di registrazioni senza pausa e con tormenti. Il suono è scrano, tendente al Low-Fi, accompagnato dalla pratica del do it yourself e dalla buona alla prima. Dura, l'Ep, scarsi diciotto minuti ed è composto da cinque canzoni. Si comincia con "Papillon", tre minuti e trentatre secondi di pura ed ingenua semplicità alla ricerda di melodie pop poggiate su batteria martellante e schittarate approsimative, la voce cerca melodie alla Pavement. Un buon inizio e come recita il testo... è cominciata una nuova era ed è cominciata seguendo l'esempio dei Wipers. Si passa a "Vivere & Scegliere" che comincia batteria e voce che si ritrovano affiancate da un riff funky del basso e della chitarra per poi giungere all'hardcore alla Husker Du che lascia spazio ad un ritornello dai toni dark. Il tutto sempre molto tirato. Con la terza canzone, "Forse è Meglio", si ritorna alla semplicità, questa volta, però, caratterizzata da tratti genuini provati dal testo un pò malinconico, un pò incazzoso. Da segnalare in questa canzone soprattutto la strofa che viaggia con batteria, basso e chitarra al unisono. Il tutto finisce accellerato e un pò sguaiato. Dopo "Forse è Meglio" è la volta di "Noi", la canzone più lunga del lotto, che comincia con un riff di basso macabro seguito subito dalla voce. La canzone non ha struttura. Non esiste nè un ritornello, nè una strofa. Come un flusso di coscienza viaggia senza curarsi della meta. A tratti "Noi" ricorda i Nirvana di Bleach fino a che npn arriva l'assolo chitarroso che dal vivo fa sempre colpo. Qui vengono di nuovo ripescati i Joy Division finendo tutto in un grosso, grosso, bordello. L'Ep termina con "d'IO". Un acustica lunga un minuto e trentotto secondo che ricospre gli esperimenti miniaturizzati di Lou Barlow ed i suoi Sebadoh. Il tono è dismesso e la tristezza sale.

Un buon esordio degli Iride che però nell'approssimazione della registrazione non svelano pienamente il loro potenziale, sembrano sempre sospesi tra l'essere seri o scanzonati. Insomma, non si capisce se sono tre bambini che giocano a fare gli adulti oppure degli adulti che fingono di essere bambini. Cercateli sul WEB.

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