L'ennesima recensione di un album come "The Number Of The Beast"? Perché? Perché è osceno, e lo dico da seguace degli Iron, da sempre. Ne ho lette davvero di tutti i colori, ma quando si dice che è il miglior album di tutti i tempi dei Maiden, beh, cazzo, c'è da ridere davvero.

Innanzitutto gli elementi: Dickinson: proveniente dai Samson (e sai che roba), canta le canzoni tutte uguali, cioè sbraitando. Sbraitare non è cantare, Di'Anno cantava, Dio canta, Gillan canta e urla, ma cazzo, con stile e solo quando serve. Harris: creatività finita, sarà anche perché manca Di'Anno? Bah... Chitarre? Non pervenute. Burr: l'unico che si salva, e infatti dopo se n'è andato. Lasciamo andare i commenti su McBrain, che fa alla batteria quello che fa Dickinson con la voce. Comunque, sciatteria per sciatteria, veniamo ai pezzi: Invaders: carina la strofa, solo quella. Quando Dickinson canta il ritornello con il giro di basso ignobile, infantile che ne segue, mi viene da piangere. The Prisoner: I'm not a number, I'm a free man. Cazzo, che testo profondo Bruce. Dopo l'incipit (grazie Burr), il resto si può dimenticare.

Acacia Avenue: c'era proprio bisogno di riandare a puttane? Se vai con la stessa ogni volta, è come avere la moglie. Stessa cosa per questo obbrobrio. Run To The Hills: che cazzo c'entrano gli Indiani? E soprattutto, una canzone tutta uguale, con il ritornello ripetuto fino alla nausea, che cazzo può essere se non un riempitivo? E perché cazzo lo ripetono a tutti i concerti? Gangland: non pervenuta. A parte i piatti iniziali (grazie Burr), il resto non va da nessuna parte, ignobile accozzaglia di suoni mediocri e cantati in modo sciatto. Come sempre. The Number Of The Beast: dicono che sia uno dei pezzi migliori del metal tutto, ma io lo trovo un abisso di noia. Scusa, c'è un sacrificio? Sai indicarmi l'indirizzo? Anche questa riproposta alla nausea in ogni salsa. E ora veniamo a quello che si salva. Io lo chiamerei a questo punto EP.

Children Of The Damned: cazzo, vedi Bruce che se "senti" il testo, dopo lo sai cantare? E perché con le altre canzoni non l'hai mai fatto? Comunque, una ballata metalmelanconica dai vertici (quelli alti e quelli in profondo) straordinari. Questi sono gli Iron, questo è METAL, il metal tracciato dai Priest di "Dreamer Deceiver". La vita che ti spalanca solo l'abisso della dannazione e l'urlo, disperato, vero, che chiude le tue dis-umane sofferenze. Hallowed Be Thy Name: questo è il capolavoro dell'EP, e forse una delle dieci canzoni METAL di sempre. Senza commento, curae leves loquuntur, ingentes stupent (Seneca, Dialoghi). Così anche la gioia. Cinque stelle solo per queste due.

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